Ha un diametro di dieci metri la voragine che ha inghiottito piazza Luigi Miraglia al centro storico. I residenti denunciano che ancora una volta si è sfiorata la tragedia. Sulla pavimentazione che ricopriva il vuoto hanno transitato infatti per mesi i furgoni blindati che servono il vicino ufficio postale, le ambulanze e i pazienti del vecchio Policlinico e i fedeli della chiesa di San Pietro a Majella. Migliaia di persone che avrebbero potuto sprofondare per diversi metri all’apertura della voragine se i tecnici del comune non avessero notato un palo della luce troppo basso rispetto agli altri. L’intera piazza aveva perduto il sostegno del terreno. Il palo era sprofondato nel vuoto, sfiorando un tubo del gas e una condotta dell’arin. “Poteva scoppiare tutto” rivelano gli operai in queste ore al lavoro per mettere in sicurezza la zona.
Per mesi l’acqua ha divorato il sottosuolo, a causa della rottura di un tratto fognario, erodendo il materiale di riporto e provocando il crollo della volta. Le cause però sono ancora tutte da definire. I funzionari del comune, i tecnici della napoletana gas e dell’Arin stanno vagliando tutte le possibilità. I tubi del gas sono sospesi e sostenuti con corde legate proprio al palo della luce rimosso. Sono in corso controlli anche nella vicina chiesa, interessata nei mesi scorsi da infiltrazioni durante il nubifragio. Intanto decine di turisti passano nella lingua di strada lasciata ai pedoni, e i commercianti denunciano di aver segnalato da settimane un avallamento sospetto della sede stradale.
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