Napoli, 17 novembre 2011 – Laddove potrebbe non arrivare il fiato, ecco all’orizzonte echeggiare l’incitamento. Come Leonida coi suoi Trecento, Mazzarri urla in campo facendo saltare le corde vocali. Il “non ci arrendiamo” qui si traduce in niente turnover. E allora fuori gli attributi. C’è un San Paolo con l’acquolina in bocca che attende i suoi guerrieri dopo una lunga pausa per una lunga sosta. Quindici giorni senza calcio qui sono diventati di più, dopo il rinvio della gara più attesa. Quella contro la Juventus, la classica da vincere per forza. Coi bianconeri odiati si giocherà a breve, dopo il Marcherser City, che arriva martedì, e dopo un volo a Bergamo, con l’Atalanta di Cigarini, regista ritrovato, e Denis, bomber rispolverato. Ma gli occhi sono ora puntati solo e soltanto sulla Lazio, con la stessa intensità con cui lo saranno i riflettori del San Paolo sabato sera.
La stagione è a un bivio. Vincere o morire. In campionato come in Champions. Arriva la Lazio, arriva Reja, l’uomo più amato. Che meglio di tutti conosce movimenti e uomini azzurri. Che ha Klose e Cissé per provare a far breccia nel muro napoletano. E Mazzarri lo sa. E allora urla in campo. E incita. Forte di quegli otto azzurri mondiali freschi di fatiche nazionali, ora di nuovo riuniti alla stessa corte. Li schiererà tutti, il Leonida di San Vincenzo. Per il resto, riecco la barriera a tre edificato con la malma Campagnaro, Cannavaro e Aronica dinanzi alla certezza Morgan De Sanctis. E due guerrieri a far filtro, Inler e un ritrovato Walter Gargano. Crossa e affonda dalla destra Christian Maggio. Lo stesso farà, dall’altra parte, l’uomo che vincerà il ballottaggio Dossena-Zuniga, col primo favorito. E poi rieccoli, quelli del trio che il mondo invidia: Hamsik, Lavezzi e quel Cavani che s’è battuto contro l’Italia messa sotto dal suo Uruguay campione d’America. Mazzarri ha parlato a tutti. E poi lo ha fatto incontrandoli uno ad uno. Vuole il massimo. Sabato, e poi martedì. E poi si vedrà. Che dove non arriva il fiato, molto fanno le parole d’incitamento del re guerriero Mazzarri. In Campionato come in Champions. Perché la stagione è a un bivio.
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