Napoli, 25 febbraio 2011 – Appalti con l’Asìa in cambio di posti di lavoro. Sembra questa l’ipotesi che la Procura di Napoli paventa dietro l’operato dell’ex presidente della Davideco, Salvatore Fiorito, agli arresti da tre mesi. In principio fu il raid nel deposito di Enerambiente, società che si occupa dello spazzamento delle strade, e dove furono distrutti numerosi automezzi, a sancire il suo inserimento nel registro degli indagati. Ma dietro quel gesto, consumato con alcuni dipendenti della cooperativa, potrebbe esserci il licenziamento di alcuni addetti assunti attraverso pratiche clientelari. Le stesse che sono valse a Pasquale Losa, assessore comunale, e Dario Cigliano, consigliere in quota Pdl, perquisizioni nei rispettivi uffici. Probabilmente Fiorito starebbe collaborando con gli inquirenti per fornire una mappa sulle assunzioni pilotate e sulle tangenti che giravano intorno al business istituzionale dei rifiuti. L’ipotesi è di concussione, ed anche abuso d’ufficio, ove si verificasse l’effettiva turbativa nell’assunzione di circa 200 operatori attraverso lo scambio di danaro in cambio del posto fisso. Una vera e propria caccia all’elenco dei nomi che si sarebbe attivata in queste ore per ricostruire i rapporti tra le varie aziende appaltatrici, il Comune di Napoli e i dipendenti assunti, ed ovviamente ricostruire il rapporto causa-effetto tra alcuni licenziamenti e la ritorsione di quel 23 settembre 2010, quando l’irruzione e la distruzione del deposito Enerambiente, focalizzarono le attenzioni degli inquirenti sull’azienda.
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