NAPOLI, 19 ottobre 2011- Mancava il mister X, l’uomo dei dossier e delle trattative segrete, Valter Lavitola, nella fosca vigilia delle elezioni regionali 2010 in Campania.
Da alcune telefonate depositate nell’ambito dell’inchiesta di Pescara (anticipate da Repubblica) ecco affiorare l’inedito asse tra Nicola Cosentino, il coordinatore regionale e deputato Pdl,che allo scranno di candidato governatore puntò con ogni determinazione ed ogni mezzo, e il faccendiere ed ex editore de l’Avanti! Lavitola, travolto a Napoli dall’inchiesta sul ricatto al premier, indagato ormai anche dalla Procura di Bari per induzione a mentire; e intercettato dal pm di Pescara nell’ambito dell’istruttoria su una presunta maxi evasione di 90 milioni di euro dell’imprenditore Giuseppe Spadaccini.
Dagli atti di Pescara emergono dunque i colloqui di due anni fa tra l’amico di Berlusconi e l’ex sottosegretario all’Economia.
Le telefonate sono datate novembre 2009, proprio il mese in cui le speranze di Nicola Cosentino di diventare il futuro governatore della Campania si infrangono sulla richiesta di arresto che sarà emessa dal Gip per concorso in associazione mafiosa, e con la successiva bocciatura del proprio nome dalla lista dei “papabili”; mentre parallelamente fallisce il disegno della P3 che, secondo i pm, punta ad ottenere dalla Cassazione l’annullamento della misura cautelare di Napoli.
Lavitola e Cosentino parlano al telefono di innominati nemici, si fermano parecchio sul nome del deputato Marco Milanese come di presunto nemico, e del giornale Roma ,allora direttamente riferibile alla linea del deputato, ancora Pdl, Italo Bocchino, oggi numero due dello schieramento Futuro e libertà capitanato dal presidente della Camera, Gianfranco Fini.
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