Napoli, 12 luglio 2014 – Una vertenza senza fine. Nuovo capitolo nella diatriba giudiziaria tra il Comune di Napoli e Alfredo Romeo, a pochi giorni dalla decisione della Cassazione di annullare la sentenza di condanna a tre anni di reclusione nei confronti dell’imprenditore immobiliarista, nel processo scaturito dall’inchiesta sul maxi-appalto “Global service”. Stamattina la Guardia di Finanza ha sequestrato, su disposizione del Gip del Tribunale di Napoli, la somma di 24 milioni e 792 mila euro su un conto corrente intestato alla Romeo Partecipazioni srl presso il Monte dei Paschi di Siena. Il decreto di sequestro è stato emesso su richiesta della sezione reati contro la pubblica amministrazione della Procura di Napoli, che contesta al legale rappresentante della “Romeo Gestione Spa”, il reato di peculato. L’ accusa è quella di essersi indebitamente appropriato di somme di denaro del Comune di Napoli, derivanti dalla vendita di immobili del patrimonio comunale, nonostante la diffida a restituirle avanzata dal Comune stesso. Il 5 aprile 2012 Romeo Gestioni e Comune di Napoli avevano sottoscritto una transazione sulla base della quale la società si impegnava a rinunciare ad azioni giudiziarie per il recupero dei crediti vantati nei confronti di Palazzo San Giacomo, che, a propria volta si impegnava al rimborso rateizzato dei debiti. Romeo Gestioni – che gestisce il patrimonio immobiliare del Comune – avrebbe dovuto versare mensilmente le somme incassate per la vendita degli immobili comunali. Il mese successivo il Comune avrebbe trasferito tali somme alla Romeo a sconto dei debiti. L’ accordo è stato rispettato da maggio ad ottobre 2012, quando il Comune di Napoli ha interrotto i versamenti delle rate dopo un riesame della propria situazione debitoria, dalla quale sarebbe emerso un debito inferiore nei confronti di Romeo Gestioni rispetto a quello indicato nella transazione. In risposta la società ha interrotto il versamento delle somme derivanti dalle vendite di immobili comunali, ed ha trasferito su conti correnti ad essa intestati il denaro. Tale forma di compensazione – secondo il Tribunale – è illegittima. Di qui il provvedimento di sequestro disposto su richiesta del Procuratore aggiunto Alfonso D’ Avino, responsabile della sezione reati contro la Pubblica amministrazione e del pm Giuseppina Loreto, che coordina le indagini.
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