Napoli, 9 luglio 2014 – Salvatore, 14 anni, è morto. Salvatore, vittima dell’incuria, della negligenza, della cattiva gestione, del menefreghismo o della mala amministrazione. Di certo la fatalità non c’entra. Quel pezzo di cornicione staccatosi dalla teste delle cariatidi che fanno da ala al finestrone ovale della Galleria Umberto, dal lato che dà su via Toledo, ha messo fine alla vita di Salvatore Giordano. La sua colpa, intrattenersi con pochi amici nel posto sbagliato. Una tragedia, alimentata anche da una testimonianza tutta da verificare. Notizia di un crollo di cui ha parlato un testimone, un disoccupato che vive in una casa di proprietà del Comune sul tetto della Galleria. Furono contattati i vigili del fuoco. Ci fu un sopralluogo. Poi, più nulla. Il resto è un ragazzo di 14 anni che non c’è più. Ma la fatalità non c’entra. Ci sono responsabilità che vanno accertate. Lo sostengono anche dalla Procura. Che da ieri ha dato mandato ai carabinieri di colpiere ulteriori indagini. Troppi gli accertamenti, c’è bisogno di recuperare tempo e dettagli, di accelerare nella corsa contro il tempo: si preparano a sfilare decine di testimoni. Intanto sono stati sentiti i due amministratori dei condomini sotto esame, Marco Fresa e Antonio Del Vecchio. E uno di questi ha ribadito che l’area da cui sono venuti giù i calcinacci non appartiene a nessun condominio privato, ma al Comune di Napoli. E ha presentato tutti gli incartamenti che lo dimostrerebbero. La certezza è che le pietre cadute dal cornicione si sarebbero staccate dall’angolo di destra della cima centrale, la più alta. Si tratterebbe, dunque, proprio del segmento che ricadrebbe nella competenza della pubblica amministrazione. A Palazzo San Giacomo la polizia giudiziaria ha effettuato nei giorni scorsi un blitz all’Ufficio Sicurezza Abitativa e all’Ufficio Tecnico del Patrimonio per acquisire tutta la documentazione disponibile. Dalla stessa casa del Comune, si affrettano a precisare: “Siamo titolari della copertura della Galleria Umberto, della manutenzione del vetro e dell’acciaio, del pavimento in marmo e del livello ipogeo. Il resto è proprietà privata”. Il contrario di quanto sostenuto dall’altra campana. Si rimballano responsabilità. Di chi la cattiva gestione? Di chi il menefreghismo. Di chi la colpa della morte di un 14enne?
(giuseppe porzio)
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