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Lunedì 25 Novembre 2024

Napoli si mobilita per l’attivista di Greenpeace arrestato

“Liberate Cristian. #Freethearctic30”.  È scritto in grande sullo striscione affisso al Maschio Angioino di Napoli in cui si chiede la liberazione di Cristian D’Alessandro, 32enne napoletano dei Colli Aminei attivista di Greenpeace arrestato assieme ad altri 29 come lui il 18 settembre per aver assaltato la piattaforma che estrae gas e petrolio per conto di Gazprom, nel mare Artico. Per loro l’organizzazione ambientalista ha organizzato tre giorni di protesta in tutto il mondo. Finora sono 650 mila le firme raccolte per la liberazione del gruppo. Per Cristian, il sindaco Luigi de Magistris e l’assessore alla Cultura Nino Daniele, hanno lanciato un appello alle autorità russe.  Il futuro di Cristian si deciderà nelle prossime ore. Da 10 giorni il giovane è rinchiuso nelle carceri russe di Murmansk. Giovedì, la loro posizione si complica.  Il comitato investigativo russo decide che i 30 attivisti saranno processati per reato di pirateria. Così rischiano dai 10 ai 15 anni di carcere. Scatta la mobilitazione internazionale. Fino ad allora la vicenda viene gestita con particolare riservatezza da Greenpeace con i parenti di 30 giovani e i vertici della Farnesina. “Io l’ho scoperto per caso  –  racconta la madre di Cristian, Raffaella Ruggiero  –  con mio marito seguiamo i tg e da li abbiamo appreso la notizia degli arresti. Poi per alcuni giorni il silenzio. I genitori non avevano più notizie di Cristian, In televisione nessuno ne parlava più. L’ultimo segnale di Cristian è un tweet in cui racconta l’arrivo sulla nave di Greenpeace delle forze militari russe. Laureato in biotecnologia alla Federico II, Cristian coltiva da sempre la passione per l’ambiente. È in prima linea nella lotta contro la discarica di Chiaiano. Per poi dedicarsi anima e corpo alle battaglie di Greenpeace: è un esperto di manovre nella guida dei gommoni per il gruppo. Sono tante le missioni alle quali partecipa. Per l’Artico era partito l’8 agosto, sarebbe tornato a novembre. Prima era stato tre mesi in Mozambico. In questa operazione nessuno si aspettava una reazione così violenta da parte delle autorità russe. L’Olanda, proprietaria dell’imbarcazione dell’organizzazione,  farà ricorso al tribunale russo. tanta comunque la  solidarietà ricevuta dalla famiglia di Cristian.160623532-104bf4da-aefc-4ab2-9ff4-076ead73b31e

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