Napoli, 23 marzo 2013 – Lo stadio non s’ha da fare. Non certo quello di Ponticelli, il famoso stadio “a conchiglia”, per la sua forma. Nessuna ragione politica. La questione è puramente tecnica. Il semaforo rosso al progetto l’ha acceso la commissione tecnica nominata da Palazzo San Giacomo. Dunque, bocciata la struttura il cui progetto era stato presentato dalla società di sviluppo urbano Idis, che fa capo all’imprenditrice Marilù Faraone Mennella, consorte dell’ex leader di Confindustria Antonio D’Amato. I motivi sono contenuti in una sorta di dossier, un documento di cui non sono stati messi a conoscenza neppure gli assessori allo Sport, Tommasielli, al Patrimonio, Piscopo, e Urbanistica, De Falco. Parte del contenuto lo rivela oggi il quotidiano “La Repubblica”, che riferisce di una documentazione ritenuta insufficiente dai tecnici della commissione e sottolinea l’aspetto relativo alla bancalità che, a detta dei periti, denota palesi carenze, non essendoci garanzie adeguate sulla “sostenibilità della dinamica finanziaria connessa all’attività”. Nel dossier c’è un passaggio piuttosto chiaro: “Manca un quadro economico certo per quanto riguarda la sostenibilità delle sforzo economico”. Inoltre non è giudicata conveniente per il Comune di Napoli, a giudizio della commissione, neppure la proposta di convenzione avanzata da Idis. Nel documento si sottolinea che il progetto prevedeva “un modello di convenzionalità di durata superiore a trent’anni e fino ai novanta”, ma nella stessa proposta non è previsto chi debba farsi carico della manutenzione straordinaria”, i cui costi ricadrebbero, dunque, sull’amministrazione comunale “senza peraltro – scrivono i tecnici – essere quantificati”. Dunque, di volta in volta bisognerebbe far ricorso ad accordi con la proprietà del Calcio Napoli, a sottoscrivere gli accordi per l’uso del nuovo stadio che, se fosse passato così il progetto, avrebbe dovuto pagare il nolo solo per il giorno della gara. Le sottolineature non finiscono. Di rilievo quella sulla serie di interventi che “risultano non conformi alla disciplina urbanistica vigente, prefigurando un insieme di varianti tali da ridefinire ampia parte del Piano regolatore”. Bocciatura, dunque, senza appelli e ritorno al vecchio e caro stadio San Paolo.
(giuseppe porzio)
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