Napoli, 23 febbraio 2013 – Forse non ammazzano, almeno non ancora. Anche se in passato il morto a causa loro c’è scappato. E non uno soltanto. Sono le buche che caratterizzano le strade di Napoli. Si fa per dire buche. In certi casi sono voragini. E con un po’ di pioggia, ecco che le buche-voragini si moltiplicano. E la conta dei danni è seria. In mezza mattinata si contano ben sei invii di ambulanze nei diversi quartieri di Napoli. Interventi per soccorrere altrettanti motociclisti che si sono infortunati a causa del manto stradale sconnesso. In realtà, la pioggia comporta un’altra tipologia di pericolo. Troppa acqua a terra copre le buche. Non vedendole, ci si finisce dentro. E se ci si trova alla guida di motoveicoli, il danno non è soltanto al mezzo, ma soprattutto alla persona, che spesso cade e si fa seriamente male. Il maggior numero di incidenti a Fuorigrotta, a Soccavo, nel Centro storico. Nello specifico, le ambulanze sono intervenute in via Caio Duilio, via Cinthia via Pignasecca, Salita Tarsia, in Salita Trinità dei Monti, zona ai Quartieri Spagnoli. Tacche da bollettino di guerra. Insomma, torna la pioggia e torna quell’atavica emergenza chiamata Napoli groviera. Come torna l’immagine di un sindaco, De Magistris, che fa spalluce perché – dice – di solti per riparare le strade non ce ne sono più. Dunque, non resta altro che la cautela, la massima prudenza. Ma, in tema di spese per riparar le strade, c’è una nota che stona: esattamente un anno fa sono stati spesi quattro milioni e mezzo di euro per risarcire, appunto, dei danni provocati dalle buche sulle vie di Napoli. Viene da pensare al tipo di interventi che si sarebbero potuti realizzare con quegli stessi quattro milioni e mezzo di euro. Come dire, prevenire sarebbe sempre meglio che curare.
(giuseppe porzio)
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