Napoli, 19 febbraio 2013 – Si potrebbe pensare alla tessera del tifoso, l’ipotesi più facile da praticare in fatto di ribellione della tifoseria. Una frangia della immensa tifoseria del San Paolo. Si potrebbe pensare all’affare saltato delle trasferte, dopo la quasi certa esclusione dall’Europa League. O un ricatto per i biglietti, come ai tempi delle due bombe nella gara col Frosinone che costarono la squalifica del campo. E se fosse stata solo una rapina? Eppure quel racconto stona nel passaggio in cui la vittima descrive i suoi rapinatori violenti, forse troppo. Una violenza che non giustifica l’episodio della rapina di un Rolex. Meno male che Marek Hamsik, alla terza aggressione (tra lui e la moglie) subita da quando è a Napoli, ha avuto anche la forza di riderci su. Ieri l’hanno ascoltato in Procura. Perché quel passaggio stona assai per chi indaga. Ieri in procura c’è stato anche un vertice tra i magistrati e gli investigatori della Digos di Napoli. L’inchiesta la coordinata il procuratore aggiunto Giovanni Melillo e la svolge il pool di pm che si occupa dei cosiddetti “reati da stadio”. Si spera ora nelle immagini registrate dalle telecamere della videosorveglianza collocate lungo il percorso di poche centinaia di metri che va dallo stadio all’imbocco della tangenziale in via Cinthia dove Hamsik, alla guida della sua Bmw X6, è stato affiancato da tre rapinatori in scooter, uno dei quali ha rotto il finestrino con il calcio della pistola, con la quale ha dato anche un colpo sul dorso della mano del giocatore, che ha consegnato il Rolex senza accennare ad alcuna reazione. I rapinatori si sono poi dileguati in direzione Rione Traiano. Di certo non potevano non conoscere l’identità della loro vittima, non fosse che per l’inconfondibile capigliatura del ceko. Particolare che avvalora il teorema di un atto di intimidazione nei confronti del Napoli e della società. Non è rimasto altro, allora, che riaprire i fascicoli relativi alle rapine che si sono succedute nel corso degli ultimi anni, ai danni di calciatori azzurri o delle loro mogli o fidanzate. Ma più che loro, nel mirino si pensa sia la società azzurra. Che non accetta di stare sotto ricatto di una frangia di criminali.
RSS feed for comments on this post. TrackBack URL