Napoli, 18 gennaio 2013 – Il Gico della Guardia di Finanza di Napoli ha arrestato Alfredo Aprovitola, noto commercialista già finito in carcere il 12 marzo del 2012, insieme al figlio Domenico, perché ritenuti “colletti bianchi” del clan Mallardo, e successivamente scarcerati. Aprovitola, accusato di estorsione con medoto mafioso, è stato raggiunto e ammanettato dai finanzieri nella sua abitazione di Giugliano in Campania (Napoli). Nell’ambito dell’operazione “King Kong”, che portò in carcere gli Aprovitola, furono anche sequestrati beni per 71 milioni di euro. Il Tribunale del Riesame, lo scorso 3 aprile, annullò l’ordinanza di arresto nei confronti di Alfredo e Domenico Aprovitola, rimmettendoli in libertà. Gli episodi estorsivi alla base del provvedimento che ieri ha portato in carcere il commercialista Alfredo Aprovitola riguardano l’imposizione del caffè “Seddio”, prodotto dai fratelli D’Alterio, nipoti del capoclan Feliciano Mallardo, a un bar che il commercialista aveva dato in gestione all’imprenditore Froncillo, poi divenuto collaboratore di giustizia. Dopo la scarcerazione di Domenico e Alfredo Aprovitola, rispettivamente padre e figlio, decisa lo scorso 3 aprile dal Tribunale del Riesame, il pm antimafia di Napoli Maria Cristina Ribera ha presentato ricorso alla Cassazione che le ha dato ragione in merito al reato di concorso in estorsione aggravata (i reati contestati nell’ordinanza eseguita il 12 marzo comprendevano anche il concorso esterno in associazione camorristica, ndr). Ieri il Tribunale del Riesame ha depositato la sentenza e i militari del Gico della Guardia di Finanza, ritenendo possibile la fuga del destinatario del provvedimento, si sono recati, intorno alle 22 del 17 gennaio, nell’abitazione di Alfredo Aprovitola, Giugliano in Campania e lo hanno arrestato con l’accusa di estorsione aggravata dall’avere agevolato il clan dei Mallardo.
RSS feed for comments on this post. TrackBack URL