Napoli, 16 gennaio 2013 – Prima hanno inquinato i suoli. Facendo un bel po’ di quattrini su uno sversamento selvaggio nei campi del Casertano durato anni, forse decenni, consentendo l’approdo in tavola di primizie di terre da loro avvelenate. Poi – ma molto poi – hanno pensato bene di purificare quelle stesse terre inquinate. Non certo per una crisi di coscienza, sia chiaro, ma solo perché anche questo è un affare, come tutto ciò che ruota attorno a discariche e rifiuti: il business della bonifica. Rieccoli i Casalesi, nella loro equazione con la monnezza, l’imprenditoria e, chissà, si scoprirà forze una certa politica a fornire la quarta cifra dell’equazione perfetta. E poco c’è mancato che nelle mani del potente clan dei grandi latitanti e dei colletti bianchi ci finisse pure il controllo delle attività di bonifica. Tutto nasce dalla costituzione di una società che ha la veste giusta perché le si affibbino il giusto appalto: la “Eco-Art srl” di Cesano Maderno (comune della provincia di Monza), nata lo scorso mese di settembre, gestita da Pasquale Pirolo, personaggio ritenuto contiguo alle famiglie malavitose di Casal di Principe. L’imprenditore, secondo l’accusa, intendeva sfruttare sofisticate tecnologie, sperimentate di recente dall’Università di Modena e in corso di brevettazione, nelle opere di decontaminazione dei siti contenenti rifiuti organici e altro, e nella depurazione delle acque reflue dei caseifici del casertano. Progetti che avrebbero beneficiato di ingenti finanziamenti nazionali e comunitari i quali sarebbero poi finiti direttamente nelle casse del clan. La costituzione dell’azienda al Nord, è stato accertato durante le indagini, aveva come obiettivo anche eludere l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura impegnata a fare luce sulla vicenda delle bonifiche nel casertano. Pirolo, secondo quanto hanno accertato gli investigatori, avrebbe costituito la Eco Art per proseguire alcune attività imprenditoriali interrotte dai sequestri che, nel 2012, hanno riguardato cinque società riconducibili all’imprenditore. Le indagini degli uomini della questura di Caserta hanno portato al sequestro di quote sociali e beni aziendali della Eco-Art. Un patrimonio riconducibile a Pasquale Pirolo, personaggio che negli anni ‘80 è stato l’alter ego di Antonio Bardellino, fondatore della cosca e con il quale fu arrestato nel 1983 a Barcellona.
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