Napoli, 3 gennaio 2013 – Maggiori trasferimenti di rifiuti in Olanda con le navi e la realizzazione di impianti di trattamento della frazione umida sono le soluzioni a breve e lungo termine per scongiurare il riproporsi della emergenza rifiuti a Napoli. Le iniziative, annunciate dal vicesindaco Tommaso Sodano, prevedono in particolare un aumento numero di viaggi in nave dei rifiuti di tutta la provincia di Napoli a febbraio per sopperire alla chiusura del termovalorizzatore di Acerra, già annunciata e fisiologica per manutenzione. Lo stesso vicesindaco precisa che non è compito del Comune gestire lo smaltimento, ma che in accordo con la Regione si è avviata una collaborazione per evitare di dover ritornare ai rifiuti abbandonati in strada. Il costo dell’operazione è comunque già previsto e non graverà ulteriormente sulle casse della Regione considerando che “il trasporto in altre regioni costa 170 euro circa a tonnellata; portandoli in Olanda costa circa 109 euro; quindi c’é anche un risparmio” ha detto Sodano. L’altra risposta che il vicesindaco continua a dare è che non ci sarà un termovalorizzatore a Napoli, ma invece sono previsti tre impianti, ‘digestori anaerobici del trattamento della frazione umida’, che, sottolinea, soddisferanno ampiamente le esigenze della città. Il primo impianto sorgerà a Scampia, dove con un ampio accordo con la Municipalità, che prevede anche lo spostamento del campo Rom, si realizzarà una struttura che potrà trattare circa 30 tonnellate di ‘umido’. I tempi di realizzazione sono di circa 18 mesi e quindi nel 2014 la città potrà essere autonoma nella gestione dell’umido e cioé di circa il 35 per cento dei rifiuti totali. Infatti attualmente la raccolta della frazione umida è di 30 tonnellate all’anno. Gli altri impianti, tutti realizzati con project financing, perché in 5 anni è previsto il rientro dall’investimento, sorgeranno nell’area Occidentale e nell’area Orientale presumibilmente dove attualmente è previsto, ancora, il termovalorizzatore. L’amministrazione comunale sta anche valutando di realizzare un impianto temporaneo in una area confiscata alla camorra nel litorale Domizio, ma in questo caso si attendono i permessi per lo sblocco dell’area affidati alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua. “Abbiamo bisogno di trattare 120mila tonnellate di umido all’anno. Nel 2012 ne abbiamo trasferite 30mila fuori regione. E’ un costo che non possiamo permetterci”, ha detto Sodano. Entro l’anno il Comune di Napoli conta di realizzare anche un altro impianto di compostaggio all’interno del carcere di Secondigliano, utile a trattare i residui delle mense della popolazione carceraria, che conta 7000 unità, e i residui vegetali dei parchi cittadini. “Potrà integrare – spiega il vicesindaco – anche i progetti di recupero e reinserimento lavorativo dei detenuti che proprio a Secondigliano già lavorano in un piccolo impianto di trattamento multimateriale”.
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