Napoli, 13 dicembre 2013 – Spuntano le parole di un pentito nell’indagine sull’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, ucciso a colpi di pistola il 5 settembre 2010. A distanza di due anni dall’agguato mortale, le indagini possono ora contare anche sulle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia ai magistrati della Procura di Salerno.Nel verbale contenente le rivelazioni del pentito, sarebbe indicato Bruno Humberto Damiani, detto ‘il brasiliano’, come l’autore dell’omicidio del sindaco del comune in provincia di Salerno; l’uomo è partito per il Brasile subito dopo il delitto ed è attualmente latitante: sul suo capo pendono le accuse di estorsione aggravata e droga.Proprio su di lui si è concentrata fin dal primo momento l’inchiesta della magistrature salernitana: secondo quanto rivelato dal pentito, un parente del ‘Brasiliano’ si sarebbe vantato dell’omicidio commesso da Damiani, facendo circolare la voce tra la malavita salernitana. Secondo le stesse voci, svelate dal collaboratore di giustizia, alla base dell’agguato ci sarebbero ‘questioni personali’. L’attenzione degli inquirenti è quindi ora concentrata sullo spaccio di droga e sulle varie testimonianze raccolte a Pollica che mettevano in luce la preoccupazione di Vassallo per l’invasione di sostanze stupefacenti arrivate nel porto di Acciaroli e destinate alla movida del borgo cilentano. Le indagini hanno messo in luce come uno dei protagonisti di questo giro di droga fosse proprio il ‘brasiliano’: ora i magistrati indagano su alcuni viaggi compiuti da Damiani e sugli incontri con due pregiudicati di Secondigliano e con due albergatori di Acciaroli. In particolare si prova a far luce su un viaggio nel quartiere napoletano compiuto da Damiani e da uno degli albergatori il giorno prima del delitto: un omicidio che dopo due anni ancora non ha un colpevole.
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