Napoli, 24 ottobre 2012 – Una richiesta istituzionale ma anche un appello accorato per Napoli quello contenuto nelle otto lettere inviate dal sindaco Luigi De Magistris alla volta di Roma. Otto missive indirizzate al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ai presidenti di camera e senato Gianfranco Fini e Renato Schifani, al Premier Mario Monti e ai leader di Pdl, Pd, Udc e Idv. Nelle lettere l’ex pm chiede aiuto per la città. Dopo la delusione del decreto salva Napoli dello scorso 5 di ottobre in con cui il governo nazionale concesse di spalmare il debito del comune di Napoli in 10 anni e le critiche di De Magistris alla legge, il sindaco ha deciso di agire, con le lettere prima e con la convocazione per il prossimo 30 di ottobre, di un consiglio comunale straordinario dinnanzi Montecitorio, in cui una delegazione di consiglio e giunta comunale chiede di incontrare i destinatari delle lettere. L’obiettivo è dire no alle politiche del governo che metterebbero letteralmente in ginocchio il già precario bilancia di palazzo san giacomo che deve fare i conti con un disavanzo di 430 milioni di euro. La richiesta che fa De Magistris è di ottenere che il debito venga spalmato su 15 anni con un’anticipazione di cassa di almeno 300 milioni di euro. Emendamenti, val la pena che precisare che varrebbero anche per gli altri comuni oggetto del decreta salvataggio varato dal governo nazionale. Solo così spiegano dal municipio, si avrebbe realmente la possibilità di risollevare i conti comunali evitando il dissesto. E’ chiaro precisano le missive che il denaro non sarà a fondo perduto, come accaduto ad esempio con Roma o Palermo. Solo agevolazioni per permettere anche di combattere con il debito di 1,5 miliardi di euro ricevuto in eredità, denunciano dal comune dalla passata amministrazione. Un appello, dunque, per Napoli perché, dice De Magistris rivolto a Napolitanoenza Napoli non può esserci unità e nemmeno sviluppo.
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