Napoli, 19 ottobre 2012 – Sarebbe stato un pregiudicato per droga il vero obiettivo dei killer che lunedì sera in piazza Marianella a Napoli hanno ucciso per errore con 14 colpi di pistola il 30enne incensurato Pasquale Romano. E’ una ipotesi avanzata nelle ultime ore di carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli nell’ambito dell’inchiesta condotta dai pm della Dda Sergio Amato e Enrica Parascandolo. L’attenzione degli inquirenti è concentrata sulla figura di un pregiudicato che abita nel palazzo della fidanzata di Romano da dove il giovane si era da poco allontanato per rientrare a casa a Cardito a bordo della sua auto. Romano è stato colpito dei sicari sotto proprio sotto casa della fidanzata.il vero obiettivo dei sicari sarebbe dovuto essere un elemento già noto alle forze dell’ordine e legato al mondo dello spaccio e non un personaggio di spicco della criminalità organizzata, come sospettato in un primo momento. E’ una delle ipotesi che sono al vaglio dei carabinieri del Nucleo investigativo partenopeo che indagano sull’omicidio, coordinati dai pm della Dda Sergio Amato e Enrica Parascandolo. Oggi pomeriggioi i funerali con lutto cittadino a Cardito e la presenza del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, e di rappresentanti di Provincia di Napoli e Regione. E lo stesso sindaco di Napoli, dopo l’incontro con Rosy, la fidanzata del 30enne ucciso, torna a parlare del raid di morte avvenuto a Marianella. “A Napoli si muore per mano della camorra. Anche quando con la camorra non si ha nulla a che fare. Si muore in questo modo tragico con una cadenza inaccettabile. Si muore come in una guerra. Una guerra combattuta senza eserciti e carri armati, consumata all’interno di un paese democratico e in apparente stato di pace. Fattori, questi ultimi, che rendono tale guerra ancora più assurda, più assurda delle altre tradizionali guerre. Una guerra che ha generato 160 morti ammazzati innocenti. Un numero intollerabile”. Lo scrive il sindaco Luigi de Magistris, sul suo blog e su facebook. “A Napoli la camorra esiste, in strada e troppo spesso nei palazzi della politica e delle istituzioni. Da Napoli si è ormai irradiata anche oltre i confini nazionali, infettando il mondo del lavoro e dell’economia, della finanza e della sanità, dei rifiuti e dell’edilizia. Sfruttando la disoccupazione e la crisi finanziaria infiltra il tessuto sociale, prestandosi a trovare serbatoi di voti da consegnare ad una politica connivente e debole. E’ necessaria una risposta corale, che coinvolga tutta la società e tutte le istituzioni”.
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