Napoli, 7 giugno 2011 – Per Napoli il calcio è un mondo da venerare. E la camorra, in questo, non fa eccezione. Ma quando un bad-boy incontra la criminalità, le cose si complicano. Accadde per Diego Armando Maradona, con intrecci che lo portarono in case dei più importanti boss fino al rifornimento di stupefacenti per mano dei più noti clan. Questa volta è capitato a Mario Balotelli, giovane promessa ma con un carattere assai particolare. L’attaccante del Manchester City, ai tempi della sua avventura all’Inter, visitò la città. Fin qui tutto normale, se non fosse che, secondo gli inquirenti, in quei giorni fu affiancato da numerosi criminali. “Una mattina, ho prima visitato i quartieri Spagnoli, dove ricordo di aver giocato a calcio per strada con dei bambini, poi ho attraversato il quartiere di Scampia. Dopo poco ho chiesto io stesso di venir via perché mi son reso conto che la situazione poteva essere pericolosa”. Risponde così, in un comunicato, Balotelli. Provando a tranciare suoi possibili legami con la malavita in quella giornata maledetta. “Mi rendo conto di essere stato un ingenuo, ma accostare il mio nome ai recenti episodi di calcio scommesse è davvero troppo – attacca Balotelli -. Non ho nulla a che fare con le scommesse, né tanto meno con la criminalità organizzata”. Eppure quel giorno Balotelli fu incuriosito dal conoscere una delle più importanti piazze di spaccio d’Europa. Una visita che, probabilmente, inorgoglì i ragazzacci di quella Napoli sotterranea che vede nei calciatori figure da venerare, al punto da fargli da cicerone per le strade del centro, ma anche tra i vicoli di quei quartieri a rischio che possono attrarre non più per l’architettura ma per i tristi respiri di un pericolo che li percorre ogni giorno.
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