Napoli, 6 ottobre 2012 – Sgomberati dal parco commerciale, i rom si insediano nell’oasi naturale di Lago Patria. L’arrivo di 600 nomadi sul litorale fa insorgere gli operatori turistici e i cittadini, che temono un ulteriore carico di degrado per il loro territorio. La rabbia non è esplosa grazie alla mediazione delle forze dell’ordine, ma il braccio di ferro tra le famiglie a caccia di un terreno e i cittadini è stato estenuante per tutto il giorno. La protesta è scattata a cose già fatte: i rom sono arrivati in maggioranza all’alba e non hanno mollato le loro posizioni acquisite dopo l’ennesimo sgombero.Dei 600 rom in movimento da quasi due anni, 380 sono bambini. Si sono accampati in parte su via Carafiello e in parte lungo la circumlago, in un’area che ricade nell’oasi naturalistica protetta da Regione e Provincia. Alcuni camper hanno sostato a lungo sotto il ponte della tangenziale, all’uscita di Lago Patria. La loro presenza spaventa i proprietari di ristoranti e alberghi, allarmati dallo spettro dei
roghi di copertoni di auto e di immondizie che caratterizza da sempre i campi abusivi. Dopo aver lanciato per anni appelli a Regione e Provincia sull’insicurezza della circumlago, ora si ritrovano a
combattere anche la vicinanza di un grosso campo rom abusivo. Nessuno scontro, ma non sono mancati i momenti di tensione. E non è detto che il malessere non si manifesti anche nei giorni prossimi. Intanto, cinquanta roulottes si sono piazzate in via Carafiello,
l’arteria che dà accesso alla piattaforma di stoccaggio di ecoballe, a Taverna del Re; mentre un altro gruppo si è insediato in una strada interpoderale della circumlago, la stessa in cui tre anni fa venero
trovati dei sacchi iuta, i cosiddetti big bag, contenenti scorie di lavorazione industriale.
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