Napoli, 28 settembre 2012 – Terre d’Olanda addio. Anzi, addio agli impianti di smaltimento edificati dove tutt’attorno odora di tulipani. E dove l’impatto ambientale è tanto, ma tanto più vicino allo zero. I sacchetti di monnezza prodotta a Napoli non s’imbarcheranno più via mare in direzione Olanda. Con buona pace per quelle cerimonie di iniziazione della monnezza in mare, con sindaco, vicesindaco, presidenti di Provincia e Asìa. Tutti a sfilare in pompa magna. Si torna al vecchio, a quando la monnezza viaggiava su lingue d’asfalto che la conducevano in Puglia. Soprattutto, si torna a percorrere quei binari che finivano in Germania. Il problema è puramente burocratico. Nessuna delle due ditte che i li smaltisce attualmente, figura tra le aggiudicatarie della gara da centotrenta milioni indetta e organizzata dalla Sapna, la società partecipata della Provincia di Napoli. La Avr, che brucia la spazzatura a Rotterdam, il bando non l’ha preso proprio in esame. L’altra, la Eon, ha presentato una documentazione giudicata incompleta, per questo è stata esclusa dalla gara. Stessa questione per la Defiam e la Ecobuilding, società campane che dalle carte sono apparse sprovviste dei requisiti richiesti. Nel frattempo che la gara venga di nuovo ufficialmente assegnata, i sacchetti non possono aspettare. La loro corsa riprenderà per la Puglia. E, via treno, per la Germania. Viaggi tante volte intrapresi, fino a che la famigerata inchiesta rompiballe non accese i riflettori sul commissariamento di Guido Bertolaso e sui dirigenti della Ecolog, ramo d’azienda delle Ferrovie dello Stato che curò i viaggi d’Oltralpe della spazzatura. Altri tempi, altre emergenze. Ma proprio da Trenitalia potrebbe arrivare oggi la proposta giusta per risparmiare ed evitare viaggi tanto lunghi, visto che l’azienda ha formato una Ati con Nest Ambiente, la società che gestisce gli impianti di Padova e Trieste. Dunque, doppio accordo e convenienza certa: un solo contratto per garantirsi viaggi e impianti di smaltimento nel Nord Est del paese. Dunque evitando gabelle doganali. E tenendosi comunque in casa i sacchetti sporchi.
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