Napoli, 19 luglio 2012 – Il dato che inquieta è che da queste parti nessuno si sorprende. Perché si sa già che la diossina è causa di tumori. E che in Campania, nel comprensorio di Napoli soprattutto, di diossina liberata nell’aria ce n’è stata tanta, prodotta dagli incendi di cumuli di spazzatura. Ora lo dicono pure le cifre a valle, le peggiori, quelle che calcolano la mortalità per malattie tumorali. Cifre di uno studio inedito dell’Istituto per la cura dei tumori Pascale e pubblicate oggi dal quotidiano L’Avvenire. Uno studio dal quale emerge che dal 1998 ad oggi i casi di morte per malattie oncologiche sono aumentate nel Napoletano fino al 47%. Un fenomeno in assoluta controtendenza rispetto ai decessi per neoplasie nel resto dell’Italia ed evidenzia una stretta correlazione con l’emergenza spazzatura almeno nell’ultimo decennio, quando l’aria è stata avvelenata dai fumi tossici dei roghi indiscriminati di immondizia. Una serie di verifiche che hanno tenuto conto dei territori in provincia di Napoli e del Casertano. In terra di lavoro i decessi per patologie tumorali sono cresciuti del 28,4% tra gli uomini e del 32,7% tra le donne. Più nel dettaglio, in aumento sono stati i casi di tumore del colon retto, sia nelle donne che negli uomini. E’ il più alto in Italia il tasso di mortalità femminile per tumore del polmone: “L’incremento – si legge nel rapporto del Pascale – è stato superiore al 100% nella provincia di Napoli ed al 68% in quella di Caserta”. Il tasso di mortalità per tumore alla mammella, che era 21,4 in provincia di Napoli nel 88/90, è aumentato fino a 31,3 nel 2008, mentre nel resto d’Italia passava da 37,6 a 37,7. Aumenti esponenziali anche per i tumori al fegato. Colpa della spazzatura. Di un’emergenza che potrebbe essersi rivelata anche letale, ma della quale i processi scaturiti dalle inchieste giudiziarie ancora non hanno evidenziato alcuna responsabilità.
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