Napoli, 13 luglio 2012 – La storia del dirigente della Squadra Mobile di Napoli Antonio Ammaturo e dell’agente scelto Pasquale Paola, uccisi dalle Brigate Rosse a Napoli nel 1982, la storia di Paolo Borsellino e degli uomini e le donne della sua scorta uccisi dalla mafia a Palermo nel 1992 sono “il segno forte che alla fine la legalità vince e cammina sul seme di chi ha lasciato la vita per la democrazia e la lotta a ogni forma di sopruso e sopraffazione”. Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris intervenuto alla cerimonia per la terza edizione del Premio Ammaturo e a poche ore dalla consegna, in Comune, della cittadinanza onoraria a Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato dalla mafia venti anni fa. “Non dobbiamo mai dimenticare – ha aggiunto il sindaco – perché purtroppo questi eventi tragici possono sempre ritornare”. In questa direzione, il sindaco di Napoli ha sottolineato l’impegno e il lavoro delle scuole partenopee “attraverso dirigenti, docenti e studenti” sul tema della legalità e della lotta alla camorra, indicando proprio le scuole come “nerbo vivente della lotta alla criminalità organizzata nella nostra città”
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