Napoli, 6 giugno 2012 – L’adescatore, oggi come oggi, e da un bel po’, di anni è uno che si cela dietro un monitor. Uno di quelli che sentono di avere la libertà di poter fare tutto. Perché immaginano di sentirsi protetti proprio da quel monitor, la loro “arma”. Di sentirsi inafferrabili. L’adescatore in questione agiva on line. E, navigando navigando in siti di chat, se ne andava a caccia di ragazzine poco più o poco al di sotto di 40 anni. In realtà, l’adescatore in questione si era trovato pure un espediente che per un po’ ha avuto la sua efficacia: la paventata denuncia per aver violato il regolamento di servizio della chat. Cominciava la minaccia. Le ragazzine catturate venivano avvertite dal bruto on line delle possibili conseguenze. A quel punto naturale e ovvia era la richiesta di come poter uscire da questa situazione. E l’uomo rispondeva che avrebbe ritirato la denuncia se avessero acconsentito a mostrarsi nude e a compiere atti sessuali in webcam.
Le indagini, scaturite dalle denunce della ragazze e dei loro genitori, hanno permesso di scoprire che almeno quattromila ragazze sono state contattate e circa 80 le giovani che sono cadute nella trappola. L’uomo, di 35-36 anni, residente nel Salernitano, accusato di violenza sessuale su minori, produzione e detenzione di materiale pedopornografico, è stato individuato e denunciato dalla Polizia Postale e delle Comunicazione della Campania nell’ambito di un’operazione che ha visto la collaborazione dei numerosi dipartimenti dislocati sul territorio nazionale. Le indagini – condotte anche in collaborazione con la Microsoft che ha reso subito disponibili i dati chiesti dalla polizia postale – sono scaturite dalle denunce della ragazze e dei loro genitori.
RSS feed for comments on this post. TrackBack URL