Napoli, 30 maggio 2012 – Calciatori al telefono prima della partita. L’uno: “Come siamo messi?”. L’altro: “Male, si va alla guerra”. Botta e risposta che bastano a chiudere interi fascicoli d’inchiesta su presunte combine. Già, perché andare alla guerra significa che la partita si va a giocarsela, che non è stato possibile combinarla. Interlocutori Silvio Giusti, centrocampista del Chievo Verona, e Matteo Gianello (nella foto). E’ il primo a chiedere e il secondo a rispondere, rassegnato: “Si va alla guerra”. Dunque, la mediazione di Gianello, all’epoca dei fatti terzo portiere tra le fila del Napoli, non è andata a buon fine. Cadeva l’8 maggio del 2011, allo stadio di Via Del Mare si stava per giocare Lecce-Napoli. Gara combattuta, terminata 2-1 per i padroni di casa e finita nel filone Calcioscommesse dei pm di Napoli. Lecce-Napoli è una delle partite per le quali gli inquirenti hanno escluso la combine, sia pur tentata. Come per Napoli-Parma 2-3 del 10 aprile 2010, quella con il boss Antonio Lo Russo fotografato a bordo campo. E per Napoli-Inter del 15 maggio 2011, giorno in cui si giocò un’altra gara su cui si è indagato, Catania-Roma . E poi Brescia-Catania del maggio 2011 e Palermo-Chievo del 22 maggio 2011. Secondo i magistrati partenopei “per nessuna di queste partite risulta con certezza provata l’alterazione del risultato”. Ne resta una: Sampdoria-Napoli 1-0, ultima delal stagione 2009-2010, per la quale i pm hanno ritenuto si sia concretizzato un tentativo, fallito sul nascere, di combinare il risultato sul successo blucerchiato. Qui gli indagati sono gli stessi già menzionati: Matteo Gianello e Silvio Giusti, a cui è stato notificato un avviso di conclusione indagini in calce a ipotesi di reato per frode sportiva e associazione per delinquere. Due indagati, dunque. Uniti a undici richieste di archiviazione. Si è chiusa così l’inchiesta napoletana sul Calcioscommesse. Tutto ruota attorno alla posizione della terza scelta dei portieri azzurri. Sotto torchio nel giugno 2011, Gianello ha ammesso, coi magistrati, di aver tentato la combine. Andando addirittura oltre, sostenendo di aver proposto, su richiesta di Giusti, ai compagni di squadra Paolo Cannavaro e Gianluca Grava di dargli una mano a pilotare l’incontro. I due, secondo Gianello, avrebbero opposto un netto rifiuto. Sentiti come testimoni, sostengono invece che la proposta di Gianello non sarebbe mai stata formulata. Frattanto, gli atti sono stati trasmessi alla Procura federale. Mentre è stata chiesta l’archiviazione, tra gli altri, per i fratelli Matteo e Federico Cossato e per giornalista Gianluca Di Marzio. Resta da capire cosa rischia la società azzurra. A cominciare dal deferimento, un atto dovuto in tal caso, che darebbe modo al Napoli di difendersi e chiarire la propria posizione. Ma tra i rischi che i corrono, nel peggiore dei casi, si va dai punti di penalizzazione all’esclusione dall’Europa League. Anche se in tal caso il regolamento prevede la responsabilità diretta, e non “oggettiva, della società per essere passibile di esclusione.
(giuseppe porzio)
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