Napoli, 21 aprile 2011 – Salvatore Borsellino ha incontrato i ragazzi della
Federico II. Il fratello del giudice Paolo, ucciso insieme alla sua scorta
dalla mafia il 19 luglio del 1992, ha parlato agli studenti di camorra e mafie durante l’incontro “Costituzione, legalità, organizzazione ed etica delle responsabilità”. Un’aula, la Carlo Ciliberto del complesso di Monte
Sant’Angelo, gremita di giovani e docenti, che hanno ascoltato in silenzio il lungo intervento di Borsellino che ha ripercorso le tappe della sua vita e di quella del fratello in un paese “ormai – ha detto – allo sbando, dove il termine legalità quasi non ha più significato”. “Nonostante ciò però – ha proseguito – non lasciate questa terra, non fate come me, che scappai da Palermo per andare a Milano. Dopo la morte di mio fratello Paolo mi sono reso conto che quello che non combatti, ti insegue”. Borsellino ha poi esortato i ragazzi a non sottrarsi ad un loro dovere, ossia quello di andare a votare. E a combattere per la scuola, l’università e un mondo libero dalle mafie. Le regioni del sud, per il fratello del magistrato Paolo, sono state per anni lasciate allo sbando per essere bacino di voti, le mafie hanno dilagato ed oggi il cancro è presente in tutto il Paese, soprattutto al nord.
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