Napoli, 8 aprile 2011 – Il cimitero delle Fontanelle cade a pezzi. La volta del luogo di culto antico nel cuore del quartiere sanità è crollata, buttando giù un masso di 1.700 kg. Il crollo è avvenuto di notte, tre giorni fa, quando il cimitero era vuoto. Una tragedia sfiorata, dunque: il cedimento ha coinvolto, infatti, la parte iniziale del percorso, dove di giorno c’è la maggiore affluenza di pubblico e dipendenti. Per fortuna, comunque non ci sono stati feriti, tranne l’unica vittima: il cimitero stesso. Cade così una parte di storia importante dell’antica città sotterranea: e solo da pochi mesi gli abitanti del quartiere aveva riconquistato la possibilità di visitare gli antichi luoghi di un culto religioso fortemente radicato nella tradizione napoletana. Ancora sconosciute le cause dell’accaduto anche se gli esperti ipotizzano che a provocare il distacco roccioso siano state le escursioni termiche che si registrano durante la notte: se, infatti, il caldo diurno allarga il tufo, le temperature più rigide della nottata lo restringono e laddove ci sono fratture ecco che il tufo cede. Sul luogo sono giunti i tecnici del comune per effettuare i sopralluoghi del caso. Tra le concause, aggiungono gli studiosi anche le continue infiltrazioni d’acqua che avevano creato veri e propri laghetti sul pavimento. Una situazione forse già allarmante ma che non aveva preoccupato i gestori del cimitero, che infatti, non aveva preso provvedimenti. Ed ora la polemica arriva da chi sostiene che il crollo era prevedibile ed evitabile e che soprattutto non resterà un caso isolato. Per ora, comunque il cimitero resta chiuso, anche se, paradosso napoletano, la notizia del crollo è stata talmente riservata che nemmeno gli incaricati dell’azienda di soggiorno e turismo ne erano informati. Risultato: molti turisti cercano invano la via d’entrata al sito che gli era stato detto”aperto e visitabile”. La chiusura del cimitero rappresenta una sconfitta soprattutto per gli abitanti del quartiere, che per anni si erano battuti affinché quel luogo di culto, che conserva ad oggi più di 40mila resti, potesse tornare ad essere accessibile ai devoti, che lì si rivolgevano, soprattutto dall’1800 per chiedere grazie e buoni auspici alle anime cosiddette pezzentelle, senza nome, e considerate un ponte tra questo mondo e l’aldilà.
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