Napoli, 18 aprile 2011 – Maratona choc per le strade di una Napoli sommersa dai rifiuti. E’questa l’amara cartolina offerta ai corridori stranieri giunti ieri in città in occasione della Mezza maratona internazionale -trofeo Banco di Napoli. La situazione più critica in via Toledo, ma anche nei pressi di Piazza Plebiscito e in via Cesareo Console. Duemila le tonnellate a terra che hanno accompagnato la corsa dei maratoneti, sui quali l’ha spuntata Eric Sebahire, atleta del Ruanda. Allo spettacolo poco gratificante, si è aggiunta la nube di fumo provocata da pneumatici dati alle fiamme nei pressi dell’ospedale Loreto Mare, che per fortuna non hanno invaso le finestre del nosocomio. La situazione a Napoli resta dunque, critica e ieri è stato necessario un summit straordinario tra la dirigenza di Sapna, Sistema Ambiente Provincia di Napoli, la dirigenza Asia e l’ufficio flussi della Regione. Dall’incontro sono giunte rassicurazioni sull’immediato futuro: se tutto andrà bene, la situazione dovrebbe tornare alla normalità entro questo fine settimana, lasciando così tregua durante le festività pasquali. Da oggi, infatti, l’Asia avrà la possibilità di depositare complessivamente circa 1700 tonnellate di pattume, tra lo stir di Giugliano e quelli di regione e provincia. E nell’imminente dovrebbe arrivare anche la firma dell’accordo con una società siciliana per portare via ogni giorno circa 100 tonnellate di rifiuti dallo stir di Caivano a quello di Alcamo, nella provincia di trapani. Il tutto sempre in un’ottica emergenziale, anche perché è stato solo da poco organizzato il bando di gara per la creazione di un secondo termovalorizzatore, previsto tra tre anni. E intanto, si cerca di aumentare i viaggi verso altre regioni e paesi stranieri. Sul fronte processuale, va avanti l’inchiesta Monnezzopoli: il gip che si occupa del caso ha infatti, dato il via libera all’incidente probatorio per ascoltare il super teste Salvatore Fiorito, ex manager della cooperativa Davideco, chiamato a far luce sulle presunte assunzioni clientelari e ipotesi di tangenti durante l’emergenza rifiuti a Napoli. Una svolta dunque, nell’inchiesta che vede coinvolta la famiglia Cigliano: Antonio, il padre, agli arresti domiciliari perché 78enne e i figli Dario e Corrado, attualmente in carcere, che dovranno anche rispondere di un tentativo di condizionamento delle accuse di fiorito. E proprio quest’ultimo capo di accusa ha portato il gip a fissare un’udienza ad hoc per acquisire la testimonianza dell’ex manager.
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