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Domenica 24 Novembre 2024

Tre suicidi in 6 giorni, la mattanza dei nuovi poveri

Napoli, 30 aprile 2012 – Come dire, c’è sempre chi sta peggio. Un tempo ci fu un sindaco, a Napoli, che di fronte a una mattanza per una guerra di camorra esclamò: “In Afghanistan si sta peggio”. La morte è morte in ogni angolo del globo, anche se la morte di un povero disgraziato depresso perché senza lavoro sembra avere un  maggior peso specifico. Eppure, nonostante quella che assume anche in questo caso le dimensioni della mattanza, bisogna rallegrarsi perché anche ora pare che ci sia chi sta peggio. Il caso in questione è il numero crescente di suicidi a causa della crisi. Un numero che lievita, alla luce degli episodi più recenti. In Italia, secondo i dati della Cgia di Mestre, dall’inizio dell’anno sono già 23 gli imprenditori che si sono suicidati per la crisi. Negli ultimi due anni, secondo i dati dell’Eures, i suicidi legati a motivi economici sono raddoppiati rispetto a dieci anni fa. Ma basta puntare lo sguardo a Sud-Est che si scopre che c’è chi sta peggio. La rassicurazione, si fa per dire, ce la dà il presidente del Consiglio Mario Monti. Dati alla mano, ci annuncia il premier, nella Grecia della recessione si muore di più. Intanto da queste parti nessuno ride. Non ride l’Italia che non lavora. Non ridono la Campania e il suo capoluogo, che contano il maggior numero di disoccupati e lavoratori precari. Questa mattina l’ultima tragedia, il suicidio del portiere di uno stabile al corso Garibaldi. Lo avevano licenziato. Avrebbe perso il lavoro e il suo alloggio. Due giorni prima un’altra morte per lo stesso male. Si chiamava Gavino Vecchione, aveva 48 anni e non aveva più il suo lavoro di guardia giurata. Nella sua casa di Avella si è sparato un colpo alla testa dopo avere scritto una lettera al padre e alla sorella, mettendo fine a una esistenza che cominciava a pesare. Accanto al corpo, una lettera per chiedere scusa di quanto stava per fare. Appena 24 ore prima, a Napoli, la comunità del Vomero si era stretta attorno ai familiari di Diego Peduto, imprenditore nel settore immobiliare che si è tolto la vita lanciandosi dal balcone di casa. Ci aveva già provato, ma una pattuglia di poliziotti gli aveva salvato la vita. La vita di chi non ha retto alla crisi. Ma forse bastava dirgli che c’è chi sta peggio.

 

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