Napoli, 13 aprile 2012 – La crisi in giunta regionale è alle porte. A meno che non si riesca a ricucire lo strappo con i centristi dell’Udc. E il mediatore di questa diatriba non può che essere il numero uno, il governatore Stefano Caldoro. Il termometro di un’alleanza che traballa sarà inevitabilmente la nuova tornata elettorale. Il secondo turno, soprattutto, quello dei ballottaggi. Quando il partito di Casini dovrà decidere, una volta per tutte, con chi stare. Ma già, in molti comuni, si delineano alleanza con il Pd e gli schieramenti del centrosinistra. Il Popolo delle Libertà aspetta e affida il suo mandato politico affidato nelle mani Caldoro. Una sorta di ultimatum: perché se il presidente della giunta regionale non dovesse riuscire nell’intento, i quattro assessori del Pdl (ovvero Giovanni Romano, Sergio Vetrella, Marcello Taglialatela e Ermanno Russo) hanno già assicurato al commissario regionale, Nitto Palma (nella foto), di essere pronti a offrire la propria disponibilità a rimettere le deleghe e a lasciare la giunta regionale. Il compito di sciogliere il nodo è ora nelle mani del governatore, da sempre attento sostenitore dell’alleanza con l’area moderata del Terzo polo, quella stessa area politica che oggi ha scelto di apparentarsi nei comuni più importanti chiamati al voto di maggio (come Pozzuoli, Torre del Greco, Agropoli e Solofra) ai candidati a sindaco del Pd. Dunque, se Caldoro non dovesse riuscire nel compito assegnatogli, la crisi sarà formalmente aperta e il ritiro degli assessori del Pdl dalla giunta regionale sarà un atto dovuto. L’assessore regionale all’urbanistica, Marcello Taglialatela, ex coordinatore cittadino del Pdl di Napoli, tiene a rinviare la data della verifica politica al momento del ballottaggio amministrativo: “La riprova arriverà al secondo turno, quando l’Udc dovrà definitivamente chiarire la sua posizione. È allora – chiosa Taglialatela – che i nodi verranno al pettine”.
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