Napoli, 7 aprile 2012 – 41 anni, un tumore con cui combattere e quattro figli da crescere. Ma si è fermata qui, dopo i primi cazzotti alla malattia, la vita di Claudia D’Aniello. Non l’ha sconfitta il cancro, ma un arresto cardiaco al culmine di dolori addominali che hanno accompagnato le ultime ore di lancinante agonia della donna. Ore trascorse, per la gran parte, nella sala d’attesa dell’ospedale napoletano Fatebenefratelli. Perché – così le hanno detto e così riferiscono i familiari che le erano accanto – il medico di turno era in riunione. Intanto, Claudia urlava dal dolore. Si pensa a una colica renale, effetto di una chemioterapia praticatale qualche giorno prima. Le vengono somministrati antidolorifici, morfina. Trascorrono sei ore prima che i parenti decidano di portarla a un altro nosocomio. Ma è già troppo tardi. Claudia muore a seguito di arresto cardiaco. Una vicenda accaduta il 3 aprile, ma i fatti vengono resi noti solo ora, a seguito di una denuncia presentata dai familiari della povera mamma.
E’ di buon mattino, quando Claudia viene accompagnata al Fatebenefratelli. La donna è piegata in due dai dolori. Le danno gli antidolorifici. Ma i dolori non cessano. Dopo una visita ginecologica, alle 8 del mattino, le viene prescritta una eco-addome urgente. Eppure, nonostante l’urgenza e i dolori sempre più intensi, fino alle 11 l’esame diagnostico non viene eseguito. Il radiologo, più volte sollecitato dagli infermieri di turno, “è in riunione”. Nel frattempo, a Claudia viene praticato “un prelievo del sangue, i cui risultati non sono mai stati forniti”.
Intanto, sono trascorse sei ore dall’arrivo al pronto soccorso del Fatebenefratelli. A questo punto i familiari di Claudia decidono di portarla all’ospedale Pascale. Qui, d’urgenza, le vengono praticati una serie di esami, dai quali emerge la presenza di liquido nell’addome, di causa sconosciuta, nonché un bassissimo livello di globuli bianchi che, a detta dei medici, impediva un immediato intervento. La donna viene ricoverata in terapia intensiva e dopo un primo miglioramento, in serata i familiari vengono avvertiti che le condizioni sono peggiorate e all’arrivo in ospedale scoprono che la donna è morta per arresto cardiaco. L’autopsia avrebbe poi evidenziato una perforazione del colon e una setticemia in corso.
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