Napoli, 11 aprile 2011 – Una gita che si trasforma in incubo. Un momento di aggregazione che diventa spunto per consumare un atto troppo grave anche per gli stessi colpevoli. Tredicenni lasciati un po’ troppo allo sbaraglio. Che hanno violentato, per due notti consecutive, un compagno di classe introducendosi furtivamente nella sua stanza da letto. È quanto subìto da un tredicenne napoletano durante un viaggio con i compagni a Fasano, in Puglia. Una brutta storia che coinvolge sette alunni di una scuola media del quartiere di Posillipo e che ha dato vita ad un’ indagine su un caso di presunta violenza sessuale. Sono partiti in settanta, accompagnati da otto docenti. I protagonisti hanno meno di quattordici anni. La scuola li ha sospesi. Per la legge non sono imputabili, il Tribunale per i minorenni può disporre percorsi di recupero per aiutarli a comprendere la portata del gesto compiuto. La vittima ha taciuto durante il viaggio ed ha parlato ai genitori una volta rientrata a casa. Questi ultimi avevano già segnalato all’istituto quanto avvenuto. Ma i vertici della scuola non hanno denunciato l’episodio all’autorità giudiziaria. C’è da accertare anche il motivo di questa scelta. Gli otto professori non sono indagati. Ma presto potrebbero essere ascoltati
dai carabinieri. Dovranno aiutare a far luce su come sia stato possibile che durante il viaggio nessuno di loro si sia reso conto di quanto accaduto. Su facebook, al rientro a casa, i ragazzini si sono scatenati con commenti, anche di apprezzamento su quanto accaduto. E stralci di queste conversazioni sono finiti, nelle ultime ore, sulle scrivanie dei magistrati. Nel frattempo, due dei sette studenti hanno chiesto scusa. Lo hanno fatto per iscritto, con una lettera spedita all’amico precisando di non aver preso parte agli atti di violenza.
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