Napoli, 15 marzo 2012- Tre euro. È questa la cifra simbolica di risarcimento che il governatore della Campania Stefano Caldoro è intenzionato a chiedere per il presunto complotto ordito ai suoi danni per bloccare la sua candidatura alla Regione. E’prevista per oggi infatti la decisione del tribunale sulla richiesta di rinvio a giudizio per l’ex segretario regionale del partito Nicola Cosentino, per l’ex assessore comunale di Napoli Arcangelo Martino e per l’ex assessore regionale Ernesto Sica. Cosentino ha però sempre respinto le accuse e si dice certo di dimostrare la propria estraneità. I fatti sarebbero venuti alla luce solo molti mesi dopo la candidatura di Caldoro, ostacolata secondo l’accusa dai suoi stessi colleghi di partito. Da Caldoro nessuna dichiarazione tranne l’annuncio di essersi costituito parte civile nel processo ai suoi danni. La costituzione di parte civile è un atto dovuto, fanno sapere dalla Regione, perché sul presunto complotto c’è stata un’ammissione di Sica e c’è stata una mezza ammissione di Arcangelo Martino. Fonti vicine al governatore riferiscono inoltre che Caldoro auspicherebbe ad un atteggiamento simile anche dello stesso partito, il Pdl. Attriti tra Coldoro e i suoi si erano registrati già nei giorni scorsi quando il presidente della regione aveva paventato il rischio che il partito si trasformasse in un gruppo anti giudici. Dichiarazioni criticate dal commissario del partito Nitto Palma che nel contempo aveva anche smentito ipotesi di polemiche con i magistrati. Per adesso la situazione resta tesa nonostante si cerchi di smorzare soprattutto dai vertici del partito i toni delle polemiche.
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