Napoli, 30/01/12 – Negozi chiusi prima delle otto di sera. Prima delle 22 invece i bar. Il coprifuoco che investe l’area nord di Napoli da Melito a Scampia, lo impone la camorra. Le donne devono limitare le uscite di giorno e evitare categoricamente quelle serali. La zona off limits va da via Monterosa alla 167 di Secondigliano sino al rione don Guanella e a Miano. Nel territorio della malavita i cittadini sono costretti ad osservare scrupolosamente le regole della camorra, guai a trasgredire. Dopo i morti ammazzati cinque dall’inizio dell’anno, è chiaro che la cosiddetta faida è in realtà il gioco spietato per il controllo delle piazze di spaccio della droga, un business milionario che impone la libertà per i clan di colpire i nemici senza che ci siano spargimenti di sangue di morti innocenti che attirerebbero l’attenzione di stato e forze dell’ordine in un territorio che deve invece restare libero. Pare che il coprifuoco annunciato con un porta a porta rigoroso sia stato imposto dal cartello Abbinate- Abate che durante la faida aveva voltato le spalle ai di lauro schierandosi con gli scissionisti. Per poi trovarsi al centro del fuoco incrociato tra dei vecchi scissionisti e dei nuovi, degli storici del clan Licciardi e degli stessi Di Lauro, mai scomparsi ma solo dediti ad attività meno sanguinose. Il controllo della droga giustifica e annuncia una guerra che travalica i confini della vivibilità costringendo ognuno a restare a casa, come nelle guerre mondiali, come i coprifuoco di un secolo fa. Allora il terrore era di un nemico straniero. A Scampia lo stesso terrore è nei confronti dei volti noti della camorra che si incontrano per strada, quelle strade che dopo gli ultimi avvertimenti saranno sempre più vuote e a disposizione degli omicidi tra clan rivali.
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