Napoli, 11 gennaio 2012 – E sono quattro. Quattro morti in cinque giorni nello stesso perimetro criminale. Dove i cartelli che dominano la scena camorristica continuano a portare gli stessi nomi di quasi un decennio fa: Di Lauro e scissionisti di quest’ultimo. Guerra generazionale e per il controllo, soprattutto questo, dello spaccio al minuto nell’area a Nord di Napoli, un affare che, in tempi floridi, si calcolava attorno al mezzo milione di fatturato al giorno. Quattro morti nel perimetro che ha il suo epicentro tra Scampìa e Secondigliano, ma che si allarga all’hinterland settentrionale del capoluogo, comprensorio giuglianese. L’ultima vittima si chiamava Patrizio Serrao, 52 anni, ucciso nella notte a Melito. Il delitto mezz’ora dopo lo scoccare della mezzanotte. L’uomo era a piedi in via Umbria e stava rientrando a casa quando, alle spalle, qualcuno gli ha sparato numerosi colpi di pistola, uccidendolo. Sul caso indagano i carabinieri e la scientifica ha trovato a terra alcuni bossoli esplosi da una pistola semiautomatica calibro 9. Serrao come Rosario Tripicchio, la prima tacca di questa nuova scia che fa materializzare l’incubo di una nuova faida tra dilauriani e la fazione dei ribelli, i cosiddetti scissionisti. Entrambi si erano trasferiti a Melito da poco tempo. Entrambi erano originari della periferia Nord del capoluogo. Ed entrambi vengono collegati al cartello fondato dal padrino detenuto Paolo Di Lauro. Frattanto, si fa luce sull’altro duplice delitto, la cui scoperta è stata effettuata nella notte tra domenica e lunedì. La location è sempre Melito dove, nei pressi del cimitero, in un’auto data alle fiamme sono stati trovati due cadaveri carbonizzati. Solo ieri è stato possibile dare un nome ai due corpi, ma ancora si attende la conferma da ulteriori esami incrociati. Si tratterebbe di Raffaele Stanchi, pluripregiudicato 31enne, uomo ritenuto vicino ai Di Lauro, e dell’autista di quest’ultimo, il 51enne Luigi Mondò. La scomparsa di entrambi era stata denunciata nelle ore stesse del ritrovamento, ma a dare un impulso alle indagini è stata una catenina d’oro riconosciuta da un familiare di Mondò. I due, allontanatisi a bordo di una Smart di proprietà di Stanchi, non hanno fatto più ritorno. L’auto è stata trovata, data alle fiamme, in un’area di campagna, mentre i due cadaveri erano all’interno di una Fiat Punto. Quattro morti in cinque giorni. La stessa cadenza dei giorni della faida del 2004.
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