napoli, 07/01/2012 – A Napoli 8 negozianti su dieci risultano irregolari alle verifiche della guardia di finanza. Una media sconcertante concentrata soprattutto su centro città e hinterland. I controlli a tappeto degli uomini delle fiamme gialle hanno portato alla luce un mondo sommerso di evasione fiscale fatto di scontrini non emessi o nel migliore dei casi largamente inferiori all’importo pagato. Errori di battitura, sviste momentanee? Sono queste in realtà le giustificazioni addotte dai furbetti del fisco che per eludere l’iva utilizzano diversi escamotage: a partire dal sistema legato al bancomat, in cui si paga con la scheda ma il registratore di cassa addetto ad emettere lo scontrino ha un orario diverso dall’apparecchio per i bancomat, per cui se ad esempio si effettua un pagamento con bancomat di 60 euro e lo scontrino viene per errore emesso da 6 euro, sarà più difficile ma non impossibile ricondurre lo scontrino da 6 euro al pagamento del bancomat da 60 euro. altro metodo diffuso, questa volta però meno immediato, è la cosiddetta frode carosello, messa in atto il più delle volte da aziende del settore informatico. In pratica si gioca su una sorta di triangolazione aziendale in cui la società A vende alla società B, attraverso una terza società C, quest’ultima quasi sempre all’estero, che puntualmente poi sparisce, lasciando fatture false e soprattutto la garanzia per le altre due società di abbattere notevolmente costi di vendita e acquisto. Dopo il caso Cortina il rigore anti evasione del governo monti arriva dunque anche a Napoli, dove le fiamme gialle hanno passato al setaccio anche numerose imbarcazioni di lusso i cui proprietari erano molto spesso sconosciuti al fisco. Anche qui le scuse si sprecano, la più frequente lo spacciarsi per un marinaio o per un inserviente. Una volta comunque stabilita l’evasione la finanza provvede al sequestro di beni equivalenti all’importo dovuto allo stato per il mancato pagamento delle tasse, beni che restano inutilizzabile sino a quando non si salda il debito. A sorpresa infine le zone dove è maggiormente diffuso l’illecito fiscale si concentrano nel centro città e nel suo hinterland, con percentuali che oscillano dall’ottanta al 90 per cento, mentre nelle zone più in, da Sorrento a Capri sino a Sant’Angelo d’Ischia i numeri si fermano al 65 per cento.
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