Un passo indietro e nessun dubbio che la sosta sia stata fatale al Napoli: per aver fatto calare la tensione dopo le ottime sensazioni di Firenze e annebbiato la vista. Col Cagliari bisognava chiuderla prima che la squadra di Zeman riuscisse a prendere le misure, sciogliendo poi una gamba nettamente superiore per giro di falcate. Senza Insigne l’intensità dell’attacco azzurro è calata notevolmente, complice il pomeriggio anonimo di Callejon. Bene De Guzman, meritevole di aver saputo con intelligenza e sorriso allontanare etichette poco opportune. Non è bastato perchè anche l’apporto dei big, Hamsik e Higuain nell’ordine, non è stato trascinante. L’attacco dunque, come premessa ad indicare che le difficoltà in fase avanzata si sono ben presto riversate su una difesa già preda delle sue paure. Tante analogie con altri due pirotecnici 3-3 più o meno recenti: quello con l’Udinese dello scorso campionato e quello di fine settembre con il Palermo. Più in generale, quando il Napoli non ha la gamba piena e motivazioni ben affilate finisce per impantanarsi. Il Cagliari ha fatto di contro benissimo la sua parte, specie per aver digerito l’impasse del traumatico approccio. Nel turno che avrebbe dovuto favorire il Napoli escono così rafforzate Juventus e Roma, squadre cui non capita mai di regalare con la benevolenza che è purtroppo tutta azzurra. Nessun paragone con le due battistrada eppure è forte il rammarico che continua ad alimentare questo Napoli: bello e devastante nelle “sue” giornate, indolente e sbadato nei match che non sono di cartello. D’altronde, e non è reato ammetterlo, la maturità è cosa rara, che non si acquista al mercato. Saggio Benitez e più di tutti consapevole che la strada è lunghissima, da percorrere magari limitando i balzi d’umore: perchè talvolta è proprio la squadra la più fedele immagine della piazza.
Silver Mele
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