Napoli, 11 luglio 2014 – Le prime indiscrezioni davano, tra amministratori privati e funzionari pubblici, dalle 4 alle 6 persone indagate. Il numero, in serata, è lievitato fino a quota 45. Tante le persone colpite da avviso di garanzia nell’inchiesta che punta a far luce sul crollo, annunciato o meno, di una porzione di volta della Galleria Umberto, che travolto e ucciso Salvatore Giordano, un ragazzino di soli 14 anni. 45 indagati, tra proprietari degli appartamenti dello stabile a ridosso dell’area oggetto del crollo, amministratore del condominio al quale si accede da piazzetta Matilde Serao e funzionari dell’ufficio tecnico comunale. Omicidio colposo e crollo colposo i reati ipotizzati. L’autopsia, per dare agli indagati il tempo di nominare i periti, è slittata a lunedì. I proprietari degli immobili che si trovano nell’ala della galleria che dà su via Toledo, dunque, secondo i magistrati dovevano provvedere alla manutenzione della facciata. Una manutenzione che probabilmente non avveniva da anni: anche questo è oggetto di accertamento. Ma, in mancanza della manutenzione, visto che ogni tanto dei calcinacci si staccavano e che era a rischio l’incolumità della gente, i tecnici comunali avrebbero dovuto ingiungere ai proprietari di provvedere o addirittura avviare i lavori di propria iniziativa per rivalersi poi sui privati: più o meno come è accaduto alla riviera di Chiaia dopo il cedimento strutturale del palazzo Guevara avvenuto nel 2013. Il fatto che il Comune, come risulta da un vecchissimo atto notarile, sia competente solo per il tetto, il selciato e i sotterranei della galleria, per i pm non esentava Palazzo San Giacomo dagli interventi necessari per garantire la pubblica incolumità. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Luigi Frunzio e dai sostituti Stefania Di Dona e Lucio Giugliano, mira dunque anche a chiarire perché sono stati sottovalutati i segnali di allarme che pure c’erano stati e chi ne sia responsabile. L’altra novità è, diversamente da quanto ipotizzato, che il sindaco di Napoli è “persona offesa”. All’Avvocatura del Comune è stato infatti notificato dalla Procura un “avviso di accertamento tecnico non ripetibile per la persona offesa da reato” individuata in De Magistris, “quale legale rappresentante del Comune”. Nella stessa nota si annuncia che de Magistris ha firmato un atto con il quale ordina ai proprietari degli immobili della Galleria “di provvedere agli eventuali necessari indispensabili interventi di messa in sicurezza”. 45 meno uno, dunque. Per indagini alle prime battute. Perché pare che quel numero potrebbe addirittura aumentare nei prossimi giorni.
(giupor)
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