Napoli, 17 febbraio 2014 –
Una tintura per capelli e una bombola del gas, ci sarebbero anche queste tra le spese pazze dell’ultima pagina del capitolo rimporsopoli alla regione Campania che ha portato oggi all’arresto consigliere regionale Gennaro Salvatore ex capogruppo del Nuovo Psi, poi sostituito all’epoca dell’indagine sui fondi ai gruppi. Ex braccio destro del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, Salvatore è finito agli arresti domiciliari, accusato di peculato per 100 mila euro. Su Salvatore pendeva da tempo la richiesta di custodia cautelare, solo la scorsa settimana la firma del gip. Il provvedimento è stato emesso nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino e dal pm Giancarlo Novelli sui rimborsi erogati ai consiglieri della Campania. La misura è stata comminata, scrive il gip, per impedire la reiterazione del reato. tra le spese illegittime contestate figurano 20mila euro in tre anni per il ristorante e persino 414 euro per il barbiere, oltre ad articoli sportivi, da regalo, telefonia, libri, e come nella peggiore tradizione dei consigli regionali, dalla Lombardia al Piemonte, ci si ritrovano anche le gomme da masticare per un importo di 1,95 euro. In tutto, dalle indagini salta fuori che Salvatore avrebbe effettuato numerose operazioni in contanti. Valore totale 104mila euro.La Procura gli contesta il reato di peculato nella gestione dei rimborsi dovuti ai gruppi consiliari alla luce della lettura degli scontrini presentati in questi mesi dalle forze politiche. l’inchiesta era partita tra i documenti recuperati dalla Guardia di Finanza c’erano gli scontrini relativi a consumi compiuti durante diversi week end a Castellabate (Salerno) e a Cusano Mutri (Benevento). Per queste presunte spese istituzionali erano stati chiesti rimborsi, ma queste contestazioni erano state rese note a Salvatore nel corso di un interrogatorio, il 19 settembre 2013.Il capogruppo, ascoltato come persona indagata e assistito dall’avvocato Alfonso Furgiuele, si era difeso giustificandosi con la confusione e il disordine personale e dei suoi collaboratori nella preparazione della documentazione da allegare alle richieste di indennizzo. Salvatore si era dimesso dalla carica di capogruppo di “Caldoro presidente” il 10 luglio del 2013 nel pieno della bufera giudiziaria ma ha sempre sottolineato la correttezza e l’assenza di malafede nel suo operato e in quello del proprio ufficio. L’inchiesta vede iscritti nel registro degli indagati praticamente l’intero consiglio regionale con pochissime eccezioni, tra le quali il governatore della Campania.
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