Napoli, 26 ottobre 2013 – La storia è vecchia. Ma prima o dopo esploderà. Sempre che il Comune di Napoli non metta mano a risorse e si decida di pagare la Sapna, ovvero la società sotto la gestione diretta della Provincia di Napoli che si occupa, oggi più che ieri, del trasferimento dei rifiuti fuori regione. Trasporti che costano caro e amaro. E che la Provincia non riesce più ad onorare come un tempo. Il motivo? Ci sono molti comuni che da tempo non versano più quanto dovuto. E il maggiore debitore è proprio il Comune di Napoli, che ha la maggior quota di rifiuti da far trasportare altrove. E allora ecco un nuovo ultimatum. O da Palazzo San Giacomo mettono mano a un piano per cominciare a risanare il debito pregresso, o non saremo più in grado di pagare le ditte che lavorano per la Sapna. La conseguenza è ovvia: i rifiuti resteranno lì dove sono, cioè a terra. E lo spettro di una nuova emergenza si alimenta ancora una volta. Tenuto conto a quanto ammonta il debito, il rischio non è così lontano. La cifra complessiva supera infatti i 33 milioni di euro, assolutamente fuori portata di un’amministrazione che lotta per evitare il dissesto finanziario. Nel complesso, la società provinciale ha accumulato debiti per oltre sessanta milioni di euro. Eppure in totale vanta crediti per 76 milioni. Dunque, è, anzi sarebbe una società in attivo e in buona salute. Nei prossimi giorni sulla questione è previsto un tavolo in Prefettura tra vertici Sapna, Comune di Napoli e altri comuni debitori. I conti saranno messi sul tavolo, a cui probabilmente si registrerà la presenza sia del sindaco de Magistris che del suo vice Sodano. C’è da studiare un piano di rientro per evitare una nuova emergenza rifiuti. C’è da ricordare loro che se fosse decollata la differenziata, oggi i costi complessivi di smaltimento sarebbero di gran lunga inferiori. Insomma, la storia è vecchia.
(giuporzio)
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