Napoli, 7 ottobre 2013 – La guerra contro chi semina veleni e morte andrà avanti. Nonostante le intimidazioni, nonostante gli insulti che un popolo già martoriato non merita affatto. La guerra di Caivano, dei comuni atellani, delle comunità del giuglianese, degli abitanti dell’agro aversano e di tutto coloro che hanno a cuore la sorte di chi vive nella “Terra dei Fuochi”. Non li fermeranno certo coloro che hanno depositato carichi di spazzatura sotto casa del sindaco di Caivano, Antonio Falco. Forse gli stessi che hanno fatto pervenire minacce e intimidazioni alla ditta che, sempre a Caivano, si occupa della raccolta e dello spazzamento delle strade. A loro il sindaco aveva chiesto una raccolta straordinaria, così da evitare che quei trentamila che hanno preso parte, venerdì, alla marcia della pace, passeggiassero tra i rifiuti. Ma gli operatori sono stati fermati da chiamate anonime condite da minacce di morte. Tutto denunciato ai carabinieri, informano dal Comune. Episodi che si aggiungono ad altri e cominciati a settembre, quando è stata incrementata la raccolta differenziata, oggi al 40 per cento. Ma la violenza non si ferma qui. C’è forse di peggio nelle parole Mario Adinolfi, giornalista mancato che ha ripiegato nell’attività di blogger, ex Pd, oggi vicino a Scelta civica di Monti, che così scrive nel suo tweet: “Si sono fatti devastare tacendo dalla camorra che ha interrato per anni rifiuti tossici. Ora fanno le manifestazioni. Che popolo di merda”. Il senatore Pdl Giuseppe Esposito non gliele manda a dire e lo taccia di razzismo. Per i Verdi ecologisti “i cittadini campani sono solo delle vittime e non meritano di essere anche insultati”. Per deputata Pd Giovanna Palma “Adinolfi usa un’espressione gravemente offensiva, che si ritorce contro di lui”. Ma gli insulti, così come le minacce, non fermano il popolo che marcia per la sua terra e per salvare i suoi figli da chi semina veleni e morte.
(giuseppe porzio)
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