Napoli, 31 Ottobre 2013 – La repressione accanto alla prevenzione. Qualcosa si muove perché le Terre dei Fuochi tornino a chiamarsi terre fertili. La legge è pronta. Un provvedimento già sul tavolo del ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, che prevede un inasprimento delle pene per chi viene sorpreso ad abbandonare rifiuti in aree non autorizzate. Stangate, soprattutto, a chi a questi rifiuti accatastati vi dà fuoco. Il testo potrebbe essere illustrato dal capo del dicastero all’Ambiente già nel prossimo Consiglio dei Ministri. Le norme saranno temporanee (due anni) e legate alla “persistenza di situazioni di grave criticità ambientale connesse alla gestione dei rifiuti”. Quasi una strategia, quella di legare la durata della legge allo stato di emergenza, così da poter adottare le pene previste dalla nuova legge circoscrivendole ad una sola regione e, soprattutto, senza dover incorrere all’eventuale rischio di uno stop da parte della Corte Costituzionale. Dunque, nella sostanza, chiunque abbandoni, scarichi o depositi immondizia in luoghi non autorizzati, o dia il tutto alle fiamme, viene punito con la reclusione da due a cinque anni. Più dura la pena se i rifiuti in questione rientrano nella categoria di quelli speciali, dunque tossici e inquinanti. In tal caso si rischia da tre a sei anni di galera. Il provvedimento fa seguito al documento presentato nei giorni scorsi in commissione Ambiente alla Camera, che contiene una serie di proposte per utilizzare i beni confiscati ai clan per la Terra dei Fuochi e per le bonifiche in Campania. Un documento sottoscritto dallo stesso presidente della commissione, Ermete Realacci, i cui primi firmatari sono Tino Iannuzzi (Pd) e Pina Castiello (Pdl). Si punta ad utilizzare i proventi derivanti dai beni confiscati alla criminalità organizzata ed ai clan malavitosi, proprio per la bonifica dei tanti siti inquinati in Campania, e a garantire la rapida attuazione, in raccordo con la Regione Campania e le istituzioni locali, del Piano delle bonifiche, da troppo tempo al palo. Nel frattempo arrivano i primi risultati in fatto di repressione: Due persone, accusate di tentativo di incendio doloso di rifiuti, compresi quelli pericolosi speciali, sono stati arrestati dai Carabinieri di Aversa e Trentola Ducenta e da quelli del Nucleo Operativo Ecologico di Caserta. I due sono destinatari di una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Un provvedimento nell’ambito di una più complessa indagine che ha portato alla denuncia di altre 15 persone accusate di smaltimento illecito di rifiuti.
(giupor)
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