Casal di Principe, 21 settembre 2013 – Il perimetro della morte s’allarga. Ci sono veleni, lì sotto. Lì, dove si scava da cinque giorni, è stata seminata morte. Casal di Principe, via Sondrio. Siamo a ridosso dell’area mercatale. Soprattutto, a due passi c’è una ludoteca frequentata da decine di bambini ogni giorno. Tutto sotto sequestro da quando sono cominciati gli scavi ad opera di tecnici dell’Arpac e dei vigili del fuoco. A dare vita alle opere di scavo, le rivelazioni di Luigi D’Ambrosio, detto “Uccellino”, nomen omen, il nome di un presagio per uno che di mestiere, da tempo, fa il collaboratore di giustizia, ma che per anni è stato l’uomo che, per conto dei casalesi, faceva l’escavatore. Dirigeva le ruspe, dava indicazioni ai camion venuti dal Nord dove venire a sversare gli scarti delle industrie. E alla fine delle operazioni, che hanno consentito ai vigili del fuoco di Caserta di scavare due buche della profondità di 12 metri, e di raggiungere la falda acquifera per prelevare campioni, sono stati rinvenuti fanghi di probabile origine industriale: amianto, eternit, scarti di edilizia, cemento, ferro. Ma ora si scava tutt’attorno. E scavando, si è giunti a un terreno di proprietà della Curia. Controlli in questo terreno ci sono già stati, due anni fa, per ordine della Procura antimafia e su segnalazione di un altro pentito. Operazioni che allora non portarono a rinvenire nulla. Ma ora si tenterà di scavare in punti diversi. Ma le opere andranno avanti per molto tempo. Anche perché, se fossero vere le parole di Carmine Schiavone, l’altra gola profonda dell’omonima famiglia, ci sarebbero almeno una cinquantina i cave tra Casal di Principe, Casapesenna, San Cipriano, Villa Literno, Giugliano, Villaricca, Parete, Mugnano e Acerra. E tutte sarebbero state riempite fino all’orlo di rifiuti di genere tossico.
(giuseppe porzio)
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