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Mercoledì 4 Dicembre 2024

Omicidio e racket, 14 arresti a Grumo Nevano. C’è anche l’avvocato del clan: nascondeva pizzini nelle mutande

 

Napoli, 24 settembre 2013 – Gregario di camorra, consigliori alla vecchia maniera della mala, corriere di pizzini all’occorrenza. Di professione, è avvocato penalista del foro di Santa Maria Capua Vetere. Con un cliente su tutti: il boss Vincenzo Aversano, in arte “zig zag”, per la sua spiccata capacità a sfuggire alla cattura. Giuseppe Stabile, di 48 anni, penalista, arrestato assieme a camorristi in un’inchiesta per camorra. Il blitz ha portato all’arresto di 14 persone in organico al clan Aversano, che opera tra i comuni di Casandrino e Grumo Nevano. Di Stabile, il procuratore aggiunto della Dda Melillo dice e controfirma che risulta, “attraverso plurime e concordanti fonti di prova, avere da molti anni assunto un ruolo di consapevole, diretta e stabile partecipazione alle attività delittuose del sodalizio, realizzata anche piegando a ciò strumentalmente le funzioni di difensore”. Tra i retroscena in calce all’ordinanza, due episodi che inchioderebbero l’avvocato della camorra: in occasione di un colloquio in carcere con un suo cliente oggi collaboratore di giustizia, Stabile avrebbe nascosto negli slip delle lettere da recapitare al capoclan. La gola profonda in questione è Giannantonio Masella. “Nella prima di queste lettere – racconta Masella a verbale – mi lamentavo con Aversano che le quote che mi arrivavano per le estorsioni erano più basse di quanto mi spettava, mentre le quote per la droga non mi arrivavano proprio. Nella seconda lettera insistevo per ammazzare uno dei fratelli Sorgente, e in particolare Crescenzo: i fratelli Sorgente sono gli imprenditori che mi avevano accusato dell’estorsione per cui sono stato arrestato”. Ma il pentito aveva anche fatto riferimento a un acquisto di armi da parte di Aversano e alla costruzione di una villa a Cesa (Caserta), che Stabile grazie all’intervento del boss, non avrebbe pagato. I quattordici arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsioni e violazioni alla legge sulle armi. Nelle indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, i carabinieri hanno ricostruito la rete con la quale l’organizzazione imponeva il “pizzo” a numerosi commercianti, imprenditori ma anche professionisti di Grumo Nevano e Casandrino e hanno individuato mandante ed esecutori di un omicidio compiuto 13 anni fa per contrasti con un altro clan per il controllo delle estorsioni.

 

(giuseppe porzio)

arresti grumo nevano

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