Napoli, 23 settembre 2013 – 28 anni dal 23 settembre del 1985 quando Giancarlo Siani giovani cronista del mattino fu assassinato a bordo della sua mehari. la sua colpa quella di aver raccontato dei clan Gionta e Nuvoletta. ci sono volti 12 anni e le rivelazioni di tre pentiti per condannare i mandanti di quel delitto, (i fratelli Lorenzo, poi morto, e Angelo Nuvoletta, e Luigi Baccante detto Maurizio) e i suoi esecutori materiali (Ciro Cappuccio e Armando del Core. E il ricordo di Siani rivive oggi a bordo della sua Mehari, nella giornata del ricordo in occasione del tradizionale premio che il quotidiano Il Mattino assegna ogni anni a giornalisti e scrittori con lo scopo di ricordare la figura del giornalista napoletano. a mettere in moto l’auto dalle rampe Siani a Napoli lo scrittore e giornalista Roberto Saviano. Una vera e propria staffetta alla guida di quell’auto simbolo della legalità. Dopo Saviano, è toccato a Don Ciotti salire a bordo. Poi Mariano d’Alterio (il pm che fece luce sull’omicidio), il questore Luigi Merolla, Alfredo Avella del coordinamento familiari vittime innocenti di criminalità, Gianni Minoli, e infine Daniele Limoncelli, cronista del mattino e vicino di scrivania di Giancarlo. L’auto è poi arrivata nelle sede del quotidiano di via Chiatamone dove è avvenuta la premiazione, ad aggiudicarsi il premio Siani è stato il parroco don Antonio Loffredo con il libro noi del rione sanità. Quella di oggi è stata la giornata della memoria ma anche della consapevolezza che c’è ancora tanto da fare ha dichiarato il presidente della regione Campania Stefano Caldoro, mentre per il sindaco di Napoli Luigi de Magistris Napoli è la città della legalità, è l’auto di Siani ne è il simbolo. Una data dunque importante quella di oggi che però qualcuno tra lo staff del sindaco forse non conosceva: sulla pagina facebook del primo cittadino è apparsa infatti la nota di racconto della giornata con tanto di foto, peccato che la data riportata non fosse quella esatta: il post segnava infatti, 24 settembre 1985- 24 settembre 2013. Un errore grossolano non da poco, segnalato e poi corretto ma che nel giorno del ricordo sarebbe stato sicuramente meglio evitare.
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