Salerno, 4 maggio 2013 – La scelta, a detta sua, è di responsabilità. La scelta è quella di lasciare la poltrona di primo cittadino di Salerno per accomodarsi su quella di viceministro ai Trasporti e alle Infrastrutture del governo Letta. Vincenzo De Luca ha ora sei mesi per abbandonare l’incarico di sindaco per incompatibilità con il mandato nazionale. L’espediente per non mandare alla malora il governo cittadino l’ha trovato senza troppo temporeggiare. Per evitare di far decadere il consiglio comunale, i componenti dell’assise saranno chiamati a votare la decadenza del sindaco. A quel punto sarà la stessa assise municipale a votare la fiducia al vicesindaco facente funzione. Che, naturalmente, sarà scelto prima da De Luca e poi sottoposto all’assemblea municipale. Tutto a norma? Niente affatto. Già, perché mentre il più che bersaniano De Luca sottolinea che la sua “presenza nel governo è legata alla necessità di dare un segnale per il Mezzogiorno, traghettando a Roma il modello Salerno e i suoi principi di sburocratizzazione, c’è chi fa le pulci al primo cittadino tanto amato dai suoi e trova il lato oscuro della vicenda. E’ il Fatto Quotidiano, che non usa mezzi termini nel definire De Luca uno degli “impresentabili”. Con un pezzo firmato da Vincenzo Iurillo, De Luca viene disegnato come un politico “assediato dai magistrati campani”. Oltre a ricordare l’inchiesta sul Crescent, il cronista pone l’accento su una contraddizione: come può un politico diventare viceministro delle infrastrutture se a Salerno ha lasciato un “lungo elenco di incompiute e di faraonici progetti appesi al filo di vicende giudiziarie?”. Da qui la sfilza elencata: Cittadella giudiziaria, Palasport, Stazione marittima, Centrale termoelettrica, Sea Park, inceneritore. Il tutto mentre echeggiano le promesse di De Luca, che sottolinea di confidare nell’esperienza nazionale affinché possa aver ricadute positive per risolvere in via definitiva alcuni problematiche collegate alla metropolitana ed all’aeroporto. Altre due opere rimaste incompiute.
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