Aversa, 8 marzo 2013 – “Non ricordo nulla”. Proprio così. Secondo le accuse, dopo una banale lite si è armato di coltello, si è scagliato contro una comitiva di suoi coetanei, ragazzi dai 15 ai 17 anni, ne ha ferito quattro. E ne ha ucciso uno, colpendolo dritto al cuore. Ma ai carabinieri che lo hanno fermato ha continuato a ripetere di non ricordare nulla di quella notte di violenza. Né di aver pugnalato e ucciso il 15enne Emanuele Di Caterino (nella foto), colpendolo dritto al cuore. Il dramma ad Aversa, poco dopo la mezzanotte di sabato nel parco Coppola, nei pressi del locale “Le Bistrot”, in piazza Bernini, uno dei luoghi di ritrovo della gioventù aversana, a qualche centinaio di metri dalla caserma dei carabinieri. Secondo quanto ricostruito sulla base delle testimonianze dei feriti, la serata era quasi giunta a conclusione per il gruppetto. E proprio quando i ragazzi stavano per salutarsi, sul posto, alla guida di una Smart, è arrivato il 17enne, originario di San Marcellino, incensurato – che qualche ora prima avrebbe avuto una discussione accesa con alcuni membri del gruppo – armato di coltello. Il giovane si è scagliato contro tutti i suoi coetanei, iniziando a colpirli ripetutamene. Ad Emanuele ha sferrato una pugnalata al cuore. Mortale. Il resto è cronaca di una breve agonia. Il giovane viene soccorso e accompagnato all’ospedale Moscati di Aversa. I medici provano a salvarlo. Ma la ferita è profonda. La coltellata, infatti, ha colpito il miocardio. Ogni intervento è inutile. La caccia al killer dura poco. Identificato grazie alle testimonianze, viene catturato nella sua abitazione, a San Marcellino. L’altra faccia della vicenda è nei legami di parentela delle vittime e dell’aggressore. il 15enne ucciso è il nipote di Gaetano Iorio, esponente di primo piano del clan Schiavone, sottoposto da tempo a sorveglianza speciale. Un altro dei feriti è invece il nipote del boss Michele Zagaria (è il figlio della sorella) mentre un terzo è nipote di Salvatore Nobis, elemento di spicco della fazione Zagaria. Il padre del presunto killer vanta un curriculum criminale di poco conto, con piccoli precedenti per reati contro il patrimonio. L’episodio è solo l’ultimo di una serie ad Aversa, dove risse e accoltellamenti sono all’ordine dei fine settimana. E dove inutili si è rivelato il potenziamento delle pattuglie di vigili urbani nelle ore della movida.
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