Napoli, 3 aprile 2013 – A poche settimane dalla scadenza del termine per le candidature, appare sempre più complicata la scelta che il Csm deve compiere del successore di Pietro Grasso al vertice della Direzione nazionale antimafia, una poltrona vacante dall’8 gennaio scorso, da quando cioè l’attuale presidente del Senato ha lasciato la magistratura per candidarsi in politica. Alto il numero dei partecipanti: più del doppio dell’ultima volta quando erano stati solo otto. In testa alla lista dei papabili c’è il capo della procura di Salerno Franco Roberti, che a Napoli è stato per anni ai vertici della Direzione distrettuale antimafia ed ha indagato su Calciopoli e sui clan della camorra; ma tra i favoriti ci sono anche il procuratore di Messina, Guido Lo Forte, che è stato uno dei pm del processo Andreotti, e il capo dei pm di Bologna Roberto Alfonso, “supervisore” dell’inchiesta sui fondi ai gruppi politici della Regione Emilia Romagna. E tra i nomi in evidenza c’è quello del procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, pm del nuovo processo sulla strage di via D’Amelio, che ha aspettato gli ultimi giorni per scendere in campo. Tornando ancora ai volti noti in Campania, ecco spuntare il nome di Corrado Lembo, procuratore a Santa Maria Capua Vetere, per 15 anni in forza alla Direzione nazionale Antimafia. E non di poco conto il nome di Armando D’Alterio, oggi a Campobasso. D’Alterio è lo stesso magistrato che quasi 10 anni fa riaprì le indagini sull’omicidio del giornalista del Mattino Giancarlo Siani.
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