Napoli, 11 marzo 2013 – Tra i due c’è sempre stata una guerra fredda. Guerra politica, in seno ai gruppi imprenditoriali rappresentati a Confindustria. Guerra di successione, quando l’uno è stato eletto leader degli imprenditori napoletani in luogo del candidato dell’altro. Guerra che è passata ai fatti e alle dichiarazioni al veleno quanto è cominciata la corsa a sindaco di Napoli. Ora, a due anni dalla chiusura di quella campagna, l’ex presidente della Confindustria, Antonio D’Amato (nella foto), è stato citato in giudizio dalla Procura di Napoli per diffamazione aggravata e continuata ai danni di Gianni Lettieri, candidato non eletto a sindaco del capoluogo campano nel 2011. D’Amato è accusato di aver diffamato Lettieri affermando, nella trasmissione “L’infedele” e sul quotidiano Il Mattino, che nella campagna elettorale 2011 a Napoli si giocava una partita fondamentale della “legalità contro l’illegalità della camorra”, lasciando intendere che la prima era rappresentata dall’ex magistrato Luigi de Magistris, poi eletto sindaco, e la seconda da Lettieri, candidato del centrodestra. La citazione in giudizio, della quale si è avuta notizia oggi, è stata decisa nelle settimane scorse a conclusione delle indagini preliminari svolte dal pm Ida Teresi in seguito a una denuncia presentata nell’agosto 2011 da Lettieri. L’udienza davanti al giudice monocratico è stata fissata per il 21 gennaio 2014. A D’Amato la Procura contesta di aver offeso, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, l’onore e il decoro di Lettieri nelle due interviste del 23 maggio all’Infedele e del 25 maggio al Mattino. Sia D’Amato, che attualmente è presidente del Gruppo Cavalieri del lavoro del Mezzogiorno, sia Lettieri, che è presidente di Ati-Tech e di Meridie, società finanziaria quotata alla Borsa Italiana, sono stati, in momenti diversi, presidenti dell’Unione degli Industriali di Napoli.
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