Napoli, 5 Marzo 2013- Le lingue di fuoco erano visibili da lontano. Un incendio vastissimo ha praticamente distrutto Citta’ della Scienza, il museo interattivo considerato tra i gioielli culturali di Napoli oltre che uno dei suoi piu’ validi attrattori turistici, con una media di 350mila visitatori l’anno. Ancora ignote le cause: unica certezza è che all’interno della struttura non c’erano persone grazie alla chiusura settimanale del lunedi. I danni ingenti: sopravvissuti solo i muri perimetrali ma l’interno dei padiglioni, devastato. Il fronte del fuoco lungo piu’ di un centinaio di metri, dal rogo si è alzata una colonna di fumo visibile da buona parte della città. Immediato l’allarme, decine i vigili del fuoco al lavoro mentre le forze dell’ordine hanno chiuso al traffico Via Coroglio , di fronte al mare di Bagnoli dove sorgeva la struttura. Dei numerosi padiglioni che componevano lo Science Center solo uno è stato risparmiato dalle fiamme. Le testimonianze riferiscono una estensione rapidissima dell’incendio, complice la gran presenza di legno e altri materiali infiammabili. E cosi in pochi in pochi minuti è andato in fumo un polo, nato dall’intuizione di Vittorio Silvestrini, Presidente della fondazione Idis, che in una dozzina d’anni aveva guadagnato consensi e credibilità, non solo come luogo dove apprendere praticamente le leggi della scienza, grazie ad esperimenti pratici e dimostrazioni dal vivo, ma anche come centro congressi di alta formazione. La prima fase del progetto risale agli anni Novanta, nel 2001 l’inaugurazione del vero e proprio museo interattivo, poi ampliato da successive realizzazioni. Il tutto nello scenario di Bagnoli, il quartiere ex industriale che, conclusa l’era dell’acciaio e dell’Italsider, aveva visto proprio in Città della Scienza il primo simbolo concreto di un progetto di bonifica e di rinascita del quartiere.
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