Santa Maria Capua Vetere, 14 febbraio 2013 – Coi risparmi della sua attività di sindacalista aveva messo da parte un tesoro. Quasi 900mila euro solo quelli scoperti dalla Guardia di Finanza. Denaro, titoli, beni. Un po’ di tutto. E tutto riconducibile a lui, Angelo Spena, sindacalista metalmeccanico che di carriera ne ha fatta, fino ad approdare tra i quadri della Fiom a Caserta e della sigla campana. Una carriera troncata con l’arresto, lo scorso 25 gennaio. L’accusa è articolata nell’aver estorto soldi e preziosi regali ai danni dell’imprenditore Rosario Colella. A sua volta arrestato nei giorni successivi per bancarotta e per aver fatto sparire un bel po’ di liquidità dal suo patrimonio per sottrarlo ai creditori. Ma questa, direbbe Carlo Lucarelli, è un’altra storia. Tornando al Paperone dei sindacalisti metalmeccanici, contestualmente all’arresto, la tributaria aveva eseguito il sequestro preventivo d’urgenza del patrimonio bancario. E qui la somma lievita. Perché tra conti correnti, depositi amministrati e buoni di risparmio, siamo a una cifra pari al milione e mezzo di euro. Il Giudice per le indagini preliminari, a parziale accoglimento del suddetto provvedimento cautelare, ha disposto ora il sequestro dell’intero patrimonio riconducibile a Spena, ammontante ad oltre 660 mila euro, e di metà di quello posseduto assieme alla moglie, pari ad oltre 200 mila euro.
Resta ora da accertare se, oltre ai circa 900 mila euro già sottoposti a sequestro, Spena disponga di ulteriore patrimonio anche attraverso l’interposizione fittizia di soggetti conniventi. Infatti, dalle indagini è emerso che, almeno in un occasione, Spena si era fatto consegnare dal Colella un assegno di 6mila euro che aveva provveduto a liquidare con l’ausilio di una terza persona. Nel corso della perquisizione eseguita presso l’abitazione dell’indagato subito dopo l’arresto, erano stati già rinvenuti circa 16 mila euro in contanti e 9 orologi di valore, oltre a numerosi documenti ritenuti significativi per le indagini.
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