Castellammare, 1 febbraio 2013 – La fumata bianca la si è intravista nel cuore dell’ultima notte. L’alba che è seguita è stata di certo la migliore degli ultimi anni. Un raggio puntato sugli stabilimenti Fincantieri di Castellammare. Nessuno, qui, sarà licenziato. La notte è stata tormentata, ma tant’è ne è uscito il miglior piano possibile. Alle 4 le firme di Fiom, Fim, Uilm, Ugl e vertici di Fincantieri sull’accordo unitario. Un piano che prevede una nuova missione produttiva con una nave che sarà cantierata a partire dal prossimo giugno, una commessa innovativa per la costruzione di un traghetto canadese “ecocompatibile”. Ma sono anche previsti investimenti per 10 milioni di euro in opere per ammodernare il cantiere, oltre a una maggiore flessibilità degli orari per abbattere il numero degli esuberi. L’accordo sancisce, infatti, che le eccedenze scendano da 290 fino a un massimo di 230 lavoratori sugli attuali 613 (nessuno dei quali sarà licenziato), a fronte – lo comunica la stessa azienda – di meccanismi di flessibilità nell’orario di lavoro. Esultano i sindacati. Giovanni Sgambati, segretario regionale Uilm Campania, sottolinea “la tenacia e la coesione unitaria delle Rsu stabiesi. E’ importante – sottolinea Sgambati – che un cantiere del Sud venga preservato, perché la prospettiva positiva di questo cantiere è anche quella della città stessa di Castellammare”. Gli fa eco il presidente della Provincia di Napoli, Antonio Pentangelo, che parla di un accordo “fondamentale non solo per la vita dello stabilimento, ma anche per tutto l’indotto che gravita intorno ad esso nell’area stabile”. Salvi i posti di lavoro e salvo il cantiere borbonico: 200 anni di storia per 7mila navi, duemila delle quali militari. Tra i gioielli della Fincantieri, la Vittorio Veneto e l’Amerigo Vespucci.
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